Salgono a quindici le banche collocatrici delle polizze Eurovita disposte a trovare una soluzione insieme alle grandi cinque compagnie di assicurazione presenti sul mercato italiano. In settimana si sono riunite per valutare la proposta avanzata loro da Generali, Allianz, Poste Vita, Unipol e Intesa Sanpaolo Vita. Oltre a Intesa, Fineco, Fideuram, Credem e Sparkasse, che sono gli istituti maggiormente coinvolti nella vicenda, sono spuntate Cassa di risparmio di Volterra, Banca Popolare Puglia e Basilicata, Gruppo Iccrea, Cassa Centrale e altre.
Il nodo riscatti
L’IVASS, l’authority di vigilanza sul mercato assicurativo italiano, ha disposto a fine aprile la proroga del blocco dei riscatti per le polizze Eurovita fino al 30 giugno. Tuttavia, con il passare delle settimane avanza l’ipotesi di un’ulteriore proroga al 31 luglio, se non direttamente al 30 settembre. Sarebbe una pessima notizia per i 353.000 clienti, estenuati da mesi di rumor e trattative a vuoto.
Lo schema dell’accordo proposto dalle assicurazioni è il seguente: le compagnie si suddivideranno in parti uguali gli asset di Eurovita. Le banche si accollerebbero il rischio relativo ai possibili riscatti. Ed è proprio attorno a quest’ultimo punto che ruotano da mesi gli incontri tra le parti e anche con il governo italiano. La compagnia è stata commissariata e affidata ad Alessandro Santoliquido. A fine 2022, gestiva asset per 15,4 miliardi di euro. Di questi, 8,2 miliardi sono relativi al ramo I.
Si tratta delle polizze Eurovita a gestione separata. Il capitale è garantito ai clienti e questo presuppone che il patrimonio investito non si deprezzi. L’anno scorso è accaduto che le principali banche centrali del pianeta abbiano iniziato ad alzare i tassi d’interesse dopo averli tenuti pressoché azzerati o negativi per anni. Gli asset come le obbligazioni si sono svalutati in misura notevole e improvvisa e sono per contro iniziati a salire di rendimento. Ciò ha comportato a una doppia conseguenza nefasta per le compagnie assicurative: i rendimenti promessi ai clienti sono risultati inferiori alla media di mercato e il patrimonio investito si è svalutato.
Polizze Eurovita, accordo banche-assicurazioni contro crisi da panico
Ora, banche e assicurazioni temono che, non appena l’IVASS sblocchi le polizze Eurovita, i clienti accorrano per riscattarle. Ciò sarebbe sia conseguenza del panico diffusosi a seguito del blocco di inizio febbraio, sia delle ragioni economiche sopra accennate. L’accordo tra compagnie e assicurazioni prevede ad oggi che le seconde si accollino i rischi dei riscatti dei clienti. Come? Pagando di tasca loro i riscatti. In cambio, otterrebbero dalle compagnie i titoli sottostanti alle polizze Eurovita liquidate. In questo modo, nel tempo le banche si rifarebbero degli anticipi, man mano che i prezzi degli asset risaliranno.
L’unica opzione che nessuno può permettersi di valutare è quella di un mancato accordo. Se i clienti non fossero in grado di riscattare le polizze Eurovita, a rischio vi sarebbe la fiducia verso oltre 1.000 miliardi di euro di investimenti assicurativi effettuati dalle compagnie per il mercato italiano. Similmente a quanto accadrebbe alle banche con una corsa agli sportelli, si genererebbe una corsa ai riscatti per paura di vedersi in futuro bloccato il recupero anche solo del capitale. Questo spiega l’aumento del numero delle banche partecipanti all’accordo. Conviene a tutti che il salvataggio di Eurovita ci sia. Ci sarà un prezzo da pagare per tutti. L’alternativa sarebbe assai peggiore.