Polizze Vita, boom di riscatti provocato dal rialzo dei rendimenti

Preoccupante boom di riscatti per le polizze Vita in Italia, legato perlopiù all'esplosione dei rendimenti sovrani. Ecco cosa accade in cifre.
1 anno fa
2 minuti di lettura
Boom riscatti polizze Vita in Italia
Boom riscatti polizze Vita in Italia © Licenza Creative Commons

E’ di 58,4 miliardi di euro il saldo negativo per le polizze Vita nel primo semestre di quest’anno in Italia. E il trend risulterebbe in accelerazione nel terzo trimestre. Su base annua, siamo in presenza di un boom del 45,2%. Riscatti e altri rimborsi segnano un’esplosione del 76%. In genere, incidono per il 5% dell’ammontare delle polizze esistenti. Il dato nel 2022 era già salito al 6,6% e al mese scorso saliva al 7,6%. Si va in direzione 10%, il doppio della media storica.

Corsa ai riscatti e crac Eurovita

Cosa sta succedendo? Il caso Eurovita è stato esemplare in tal senso.

Pur avendo coinvolto centinaia di migliaia di risparmiatori italiani, tuttavia, non avrebbe inciso più di tanto nella corsa ai riscatti. Il problema è un altro: le polizze Vita contratte quando i rendimenti di mercato erano molto bassi, oggi appaiono un investimento sbagliato. I clienti si presentano alle compagnie assicurative per chiederne il riscatto prima della scadenza. In parte, rimpiazzano le vecchie polizze con altre nuove, limitando i danni nel mercato assicurativo. Ma è la fuga verso i titoli di stato a fare la parte del leone.

Boom rendimenti BTp colpisce mercato assicurativo

Proprio il boom dei rendimenti sovrani espone le compagnie italiane a perdite potenziali per 35 miliardi, a fronte di perdite complessive stimate in 30 miliardi rispetto al portafoglio d’investimenti esistente. La questione è semplice e allo stesso tempo complicata. Le compagnie offrono polizze Vita con rendimenti legati al trend del mercato. Poiché gli investimenti sottostanti si hanno in titoli di stato, di fatto i rendimenti di questi ultimi determinano quelli concessi ai clienti assicurati.

A fine 2021, il BTp a 10 anni offriva ancora lo 0,50%. Oggi, viaggia appena sotto il 5%. Dunque, le nuove polizze Vita offrono condizioni molto più allettanti ai clienti. Le vecchie polizze, invece, continuano ad offrire rendimenti in linea con le condizioni di mercato di qualche anno fa.

E non può essere altrimenti, visto che sono state investite in bond poco remunerativi. Gli assicurati trovano oramai ridicolo tenere investimenti vincolati a rendimenti di qualche punto percentuale all’anno, quando è possibile acquistare un BoT a 12 mesi al 4%. Dunque, disinvestono. Le compagnie si trovano costrette a liquidare le posizioni sottostanti, trasformando le perdite virtuali in reali. E ciò fa male anche ai titoli di stato, perché la restituzione del capitale in anticipo presuppone per l’appunto la rivendita dei bond sul mercato per ottenere la liquidità. L’eccesso di offerta spinge in basso i prezzi e in alto i rendimenti. E il circolo vizioso si auto-alimenta.

Possibili garanzie su vecchie Polizze Vita

In questi mesi, l’Ivass ha chiesto e ottenuto dal settore assicurativo italiano l’istituzione di garanzie a favore delle nuove polizze Vita stipulate all’interno del Ramo I a gestione separata. L’intento è di impedire la corsa ai riscatti per eventuali timori legati alla solidità del sistema. In tal senso, il crac di Eurovita ha svolto un ruolo fondamentale nel fare capire come le assicurazioni debbano dotarsi di meccanismi di tutela dei clienti simili a quelli messi in campo da decenni per le banche. Adesso, si discute di allargare la tutela a favore anche delle polizze Vita esistenti.

Perdite non realizzate preoccupano banche e assicurazioni

E’ il tema delle famose perdite non realizzate e assai temute dal comparto bancario in questi mesi. Veniamo da anni persino di rendimenti negativi e, quasi all’improvviso, ci siamo ritrovati in un mondo con rendimenti ai massimi da qualche decennio a questa parte. Il passaggio ha provocato crepe profonde sul mercato obbligazionario, in particolare. I soggetti istituzionali (e non) che avevano acquistato i bond a prezzi alti, virtualmente adesso patiscono perdite elevatissime. Finché non saranno costretti a rivenderli, rimarranno sulla carta.

Il problema nasce proprio nel caso in cui si abbia bisogno di liquidità, tale da dover disinvestire prima della scadenza. Le perdite in conto capitale diverrebbero reali. Ed è quello che sta accadendo in questi mesi tra le compagnie italiane a causa della corsa ai riscatti delle polizze Vita.

[email protected]

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Rimborsi, la riforma fiscale accorcia i tempi per gli “affidabili”
Articolo precedente

Riforma fiscale. Cambiano i diritti del contribuente (contraddittorio preventivo e autotutela rafforzata)

riforma fiscale
Articolo seguente

CU dei forfettari, esce di scena con la riforma fiscale: sintesi delle misure