Polizze vita dormienti: come evitarne la prescrizione?

Le polizze vita dormienti costituiscono un vero e proprio tesoro dimenticato in Italia. Nessuno ne chiede il riscatto e restano nei bilanci delle compagnie.
4 anni fa
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Nel campo assicurativo, esiste il ‘ramo danni‘ (tutela da eventi che possono danneggiare l’incolumità fisica di una persona o il patrimonio) e il ‘ramo vita‘. Quest’ultimo ha come elemento cardine la vita dell’assicurato. Il contratto assicurativo si basa sulla circostanza che l’assicurato sia o meno in vita entro una certa scadenza. Se, entro la durata del contratto, si verifica la morte (o invalidità) dell’assicurato, la compagnia assicurativa verserà una rendita periodica ad uno o più beneficiari.

Le polizze vita dormienti si chiamano così perché, in caso di decesso dell’assicurato, nessun beneficiario o familiare si fa avanti per richiedere il capitale maturato. Spesso, non lo richiedono perché neanche sanno che esista questa polizza oppure non informano la compagnia assicurativa del decesso dell’assicurato.

Cosa fare? Come evitarne la prescrizione?

Polizze vita dormienti: il controllo incrociato dell’IVASS per risvegliarle

Le polizze vita dormienti costituiscono un vero e proprio tesoro dimenticato in Italia. Nessuno ne chiede il riscatto e restano nei bilanci delle compagnie.

Le polizze vita possono cadere in prescrizione. Il governo Monti ha aumentato la prescrizione di 8 anni, passando da 2 a 10 anni.

E’ un lasso di tempo ampio per avere modo di riscuotere il capitale maturato prima che la polizza diventi dormiente.

Trascorsi i 10 anni dalla scadenza del contratto o dal decesso dell’assicurato, le polizze vita vanno a finire nelle casse dello Stato. Finiscono nel Fondo Rapporti Dormienti presso la CONSAP.

L‘IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), a partire dal 2017, ha avviato verifiche per ‘risvegliare’ le polizze dormienti (e le polizze infortuni in caso di decesso) grazie a controlli incrociati tra codici fiscali degli assicurati e dati sui decessi disponibili presso l’Anagrafe Tributaria. Il servizio di incrocio, grazie al quale l’IVASS collabora con le imprese di assicurazione, favorisce la ricerca di polizze non riscosse.

Finora, sono state risvegliate 240.000 polizze vita (per un controvalore di 4,4 miliardi di euro).

L’IVASS consiglia ai congiunti di una persona deceduta di controllare eventuali polizze vita presso il “Servizio ricerca coperture assicurative vita” dell’ANIA. Per eseguire questo controllo, è possibile farsi supportare dalla banca, compagnia di assicurazione del familiare venuto a mancare o di un intermediario assicurativo.

Polizze vita dormienti: come evitarne la prescrizione

Dal controllo presso il servizio dedicato dell’ANIA, però, la polizza vita dormiente potrebbe risultare ormai prescritta. E’ bene, quindi, agire per tempo.

Innanzitutto, l’assicurato stesso dovrebbe informare i familiari dell’esistenza della polizza vita consegnando loro una copia della polizza stessa.

Nel suo vademecum, l’IVASS suggerisce alle compagnie di assicurazione di indicare i beneficiari non usando termini generici (eredi legittimi, figli, coniugi, ecc.) ma inserendo i loro nominativi, indirizzi, recapiti telefonici, e-mail per avere modo di rintracciarli in caso di decesso del contraente.

Il titolare della polizza vita che non desidera informare in anticipo i beneficiari, può indicare all’assicuratore di avvisare un terzo soggetto che possa mettere al corrente i beneficiari in caso di decesso.

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