Polizze vita in Svizzera per nascondere capitali. La Finanza scova 10.000 italiani

Occultare capitali all’estero con polizze assicurative non è più sicuro. Le autorità elvetiche comunicano i nominativi al fisco italiano
7 anni fa
1 minuto di lettura

Con l’entrata in vigore delle norme di cooperazione sui controlli fiscali incrociati fra Italia e Svizzera, nascondere capitali oltre confine è diventato molto arduo. I clienti di banche elvetiche non residenti sono oggi “visibili” anche al fisco italiano, come se fossero in Italia. Anzi, proprio per il fatto di detenere capitali all’estero, il fisco sta avendo un “occhio di riguardo”, nei loro confronti.

 

Così, per aggirare le normative, molte banche svizzere si sono attrezzate per non perdere la loro clientela, non solo italiana, smontando conti, depositi e creando canali alternativi (non certo gratuiti) per fare in modo che la lente del fisco non arrivi a loro.

Cosa che però non è sfuggita ai militari della polizia tributaria italiana che passano quotidianamente al setaccio i nominativi dei clienti italiani forniti dalle autorità elvetiche che detengono beni mobili o immobili in Svizzera.

 

Le polizze assicurative svizzere

 

Ne è venuto fuori che molti risparmiatori italiani hanno stipulato polizze assicurative nel tentativo di celare i capitali sui conti correnti al fisco italiano. Questa forma di investimento, infatti, non è soggetta alle comunicazioni che le autorità elvetiche devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate, salvo che sia il fisco italiano a chiederne l’esistenza in osservanza della normativa sull’antiriciclaggio recepita anche dalla Svizzera. Per formulare poi accuse di frode. Così, la Guarda di Finanza è risalita ai titolari di oltre 3.000 rapporti finanziari partendo dalla movimentazione dei conti correnti elvetici che – lo ribadiamo – oggi, per i non residenti, non sono più coperti da inossidabile segreto bancario come avveniva fino a due anni fa.

 

Oltre 6,6 miliardi di euro in polizze vita in Svizzera

 

Al termine delle indagini dei dati svolta dalla Guardia di Finanza con l’Agenzia delle Entrate, sono stati finora identificati i titolari di 3.297 polizze, la maggior parte dei quali già destinatari di contestazioni degli uffici finanziari concluse con la riscossione di circa 173 milioni di euro per imposte, sanzioni e interessi.

Altri titolari di polizze stanno però per venire allo scoperto e i numeri sono impressionanti: quasi 10.000 contraenti italiani avrebbero evaso le imposte non dichiarando sul modello Unico la detenzione di capitali all’estero (quadro RW). Si stima una cifra di oltre 6,6 miliardi di euro assoggettabile a imposta fiscale, ma l’ammontare potrebbe salire ancora nel corso del tempo in base agli accertamenti che vengono condotti sulle banche elvetiche avvalendosi dei nuovi canali di cooperazione internazionale tra l’Italia e la Svizzera

 

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Truffa del bonifico automatico, vittime anche tra i vip: lo chef Barbieri ha pagato 30 mila euro

Congedo straordinario legge 104
Articolo seguente

Assistenza domiciliare disabili, 2 pazienti su 5 non sanno come fare