Con l’entrata in vigore delle norme di cooperazione sui controlli fiscali incrociati fra Italia e Svizzera, nascondere capitali oltre confine è diventato molto arduo. I clienti di banche elvetiche non residenti sono oggi “visibili” anche al fisco italiano, come se fossero in Italia. Anzi, proprio per il fatto di detenere capitali all’estero, il fisco sta avendo un “occhio di riguardo”, nei loro confronti.
Così, per aggirare le normative, molte banche svizzere si sono attrezzate per non perdere la loro clientela, non solo italiana, smontando conti, depositi e creando canali alternativi (non certo gratuiti) per fare in modo che la lente del fisco non arrivi a loro.
Le polizze assicurative svizzere
Ne è venuto fuori che molti risparmiatori italiani hanno stipulato polizze assicurative nel tentativo di celare i capitali sui conti correnti al fisco italiano. Questa forma di investimento, infatti, non è soggetta alle comunicazioni che le autorità elvetiche devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate, salvo che sia il fisco italiano a chiederne l’esistenza in osservanza della normativa sull’antiriciclaggio recepita anche dalla Svizzera. Per formulare poi accuse di frode. Così, la Guarda di Finanza è risalita ai titolari di oltre 3.000 rapporti finanziari partendo dalla movimentazione dei conti correnti elvetici che – lo ribadiamo – oggi, per i non residenti, non sono più coperti da inossidabile segreto bancario come avveniva fino a due anni fa.
Oltre 6,6 miliardi di euro in polizze vita in Svizzera
Al termine delle indagini dei dati svolta dalla Guardia di Finanza con l’Agenzia delle Entrate, sono stati finora identificati i titolari di 3.297 polizze, la maggior parte dei quali già destinatari di contestazioni degli uffici finanziari concluse con la riscossione di circa 173 milioni di euro per imposte, sanzioni e interessi.