Si va verso il 25 settembre 2022, la data in cui gli italiani, dopo un po’ di anni, sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento.
La crisi di Governo ha portato Draghi alle dimissioni ed ha costretto il Presidente Mattarella allo scioglimento anticipato delle Camere. L’arringa della campagna elettorale è iniziata già il giorno dopo. I cavalli di battaglia per accaparrarsi il consenso degli elettori tornano a farsi vivi. Dalla Dote 18 anni del Partito Democratico all’aumento delle pensioni minime (Berlusconi di Forza Italia).
Il leader di Forza Italia già quando era Presidente del Consiglio, anni fa, aveva innalzato l’assegno pensionistico minimo a un milioni. C’era ancora la lira. Con l’avvento dell’euro quelle pensioni d divennero 500 euro. Alle elezioni amministrative del 2017 e 2019 il Silvio nazionale si presentò nuovamente con la proposta: pensioni minime a 1.000 euro perché nessun pensionato può vivere con 500 euro al mese.
Pensioni minime, Berlusconi ci riprova
I pensionati sono una gran fetta di elettori. Oggi sono anche una fascia debole della popolazione. Le pensioni, causa un tasso di inflazione alle stelle, hanno perso potere d’acquisto. Ecco allora che Berlusconi promette, nuovamente, pensioni minime a 1.000 euro per tutti, tredicesima inclusa.
la pensione alle nostre mamme che sono le persone che hanno lavorato di più alla sera, al sabato, alla domenica, nei periodi delle ferie e che hanno diritto di avere una vecchiaia serena e dignitosa.
Questo lo slogan del leader di Forza Italia.
Bisogna però trovare le coperture finanziarie per farlo.
Quanto costerebbe l’aumento
Le pensioni fino a 500 euro, allo stato attuale, ammontano a 1,7 milioni. Sono 4,1 milioni quelle tra 500 e mille euro. Portare le pensioni minime a 1.000 euro per tutti costerebbe quindi 10,8 miliardi. A ciò occorre aggiungere gli assegni sociali (per altri 6 miliardi di euro) e l’innalzamento delle pensioni di invalidità (per altri 3,4 miliardi).
C’è poi l’altra proposta green. Piantare un milione di alberi in tutta Italia al fine di aumentare la sensibilità ambientale. Qui i soldi già ci sarebbero. Arrivano dal PNRR con cui sono previsti 330 milioni per piantare 6,6 milioni di alberi nelle14 città metropolitane, di cui 1,65 milioni di piante entro il 2022 e la restante parte entro il 2024.