Il presidente Anibal Cavaco Silva ha da poco nominato il segretario del Partito Socialista, Antonio Costa, premier. L’investitura è arrivata al termine di un incontro tra i 2 di mezz’ora, seguito a quello di ieri sera di un’ora. La presidenza ha dato mandato per la formazione di un governo “stabile e credibile” (atteso entro il martedì prossimo), anche se ieri sono stati espressi seri dubbi sulla durata di un esecutivo socialista, ma sostenuto esternamente anche da altre forze della sinistra radicale, come il Partito Comunista, il Blocco di Sinistra e i Verdi. In particolare, il capo dello stato ha preteso rassicurazioni da Costa su 6 punti, tra cui il bilancio per il 2016 (ancora non presentato alla Commissione europea, nonostante i termini siano scaduti il 15 ottobre scorso), il rispetto delle regole fiscali richieste ai membri dell’Eurozona e della politica di difesa comune, concordata con gli organismi sovranazionali.
Costa ha sempre assicurato che non intende infrangere il tetto del deficit del 3% del pil, ma la sua politica contraria all’austerità lascia più di un dubbio, tanto più che il suo governo si reggerà sui voti determinanti di formazioni ostili al risanamento dei conti e alla permanenza del Portogallo nell’euro.
Permanenza nell’euro a rischio?
In teoria, i socialisti puntano ad allentare le misure di austerità, in modo che non gravino eccessivamente sui ceti più deboli. Ma i comunisti chiedono esplicitamente che il paese esca dall’euro e il Blocco di Sinistra pretende la ristrutturazione del debito pubblico. Entrambi vorrebbero anche l’uscita di Lisbona dalla NATO, da qui le rassicurazioni sollecitate dal presidente sulla difesa. E’ la prima volta che tutte le forze della sinistra lusitana in 40 anni si mettano insieme per sostenere un governo.
Gli interrogativi sono tanti, perché il caso della Grecia di quest’anno dimostrerebbe che il paese corre molti rischi. Nonostante abbia attraversato 4 anni difficilissimi, durante i quali il governo di centro-destra dell’ex premier Pedro Passos-Coelho ha ottenuto aiuti dalla Troika (UE, BCE e FM) per 78 miliardi di euro, l’economia lusitana sembra avere reagito piuttosto bene alle cure dure, ma necessarie dell’austerità fiscale, dopo lo scoppio della crisi del debito sovrano nel 2011.