Dal 1° luglio 2021, è operativo il meccanismo sanzionatorio contro gli esercenti che si rifiutano di accettare i pagamenti tramite pos e quindi carte di credito, carte di debito, prepagate ecc.
A poco più di un mese dall’entrata in vigore di questa norma, le multe per chi si rifiuta di far utilizzare il pos si possono contare sulle dita di una mano. Si tratta di un vero e proprio flop, peraltro già annunciato da diverso tempo.
I motivi sono almeno due:
- le sanzioni non sono poi così alte;
- i controlli possono effettuati dagli organi preposti solo dopo la denuncia del cliente al quale è stato rifiutato il pagamento elettronico.
Ovviamente, non tutti sono disposti a denunciare il torto subito.
Pos, a quanto ammontano le sanzioni e a chi si applicano?
Ai sensi del decreto Pnrr due, “nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento”, si applica nei confronti del medesimo soggetto una doppia sanzione amministrativa pecuniaria pari a :
- 30 euro in misura fissa;
- 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.
Tale obbligo non si applica soltanto agli esercenti attività commerciali, ma a tutti coloro che vendono un bene o un servizio al pubblico; compresi, ovviamente, anche i tassisti e i liberi professionisti.
Pagamenti elettronici, le sanzioni sono state pochissime e il problema era noto
Soltanto qualche settimana fa, scrivevamo che l’intera norma si sarebbe potuta rivelare un vero e proprio flop. A distanza di poco più di un mese dall’introduzione di tale obbligo, le sanzioni effettuate si possono contare sulle dita di una mano.
Il problema era già noto da tempo, e riguarda principalmente il meccanismo con il quale possono essere effettuati i relativi controllo. Questi, infatti, possono scattare soltanto a seguito della denuncia degli stessi clienti ai quali è stato rifiutato un pagamento tramite pos.
Un meccanismo di questo tipo, scrivevamo, “difficilmente porterà a buoni risultati”.
Secondo Altroconsumo.it, dovevano essere previsti degli accertamenti fatti a campione, direttamente dagli organi di controllo preposti. Solo in questo caso si riuscirebbe ad ottenere i risultati sperati.