Come ormai sappiamo, da oggi, 1° luglio 2022, è operativo il nuovo meccanismo sanzionatorio per gli esercenti (e non solo) non in regola con le disposizioni in tema di Pos e di pagamenti elettronici.
In sostanza, tutti i soggetti che forniscono un’attività di cessione di beni e servizi non potranno più rifiutare i pagamenti con carta.
Tale obbligo, in realtà, era stato previsto già diversi anni fa, ma la cui operatività era stata rinviata più volte.
Il governo a guida Mario Draghi ha finalmente deciso di attuare tali disposizioni, che sono appena scattate.
Pos, a quanto ammontano le sanzioni?
Ai sensi dell’articolo 15, comma 4-bis, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221: “a decorrere dal 30 giugno 2022, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento (…) si applica nei confronti del medesimo soggetto la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento”.
Per fare un esempio, l’esercente che rifiuta una transazione da 100 euro, rischia una sanzione pari a 34 euro: 30 euro, più il 4 per cento di 100 euro.
Tale obbligo, lo ricordiamo, non si applicherà soltanto agli esercenti attività commerciali, ma a tutti coloro che vendono un bene o un servizio al pubblico; compresi, ovviamente, anche i tassisti e i liberi professionisti.
Quando “non” scattano le sanzioni
Come già detto in apertura, la stessa normativa prevede alcune eccezioni. In particolare, in un solo caso è possibile rifiutare tali pagamenti senza essere sanzionati. La sanzione, infatti, non si applica «nei casi di oggettiva impossibilità tecnica».