Poste Italiane nell’occhio del ciclone per le raccomandate mai consegnate. E’ questa la pesante accusa mossa alla società dall’Antitrust, che ha comminato una multa di 5 milioni di euro. Che cosa è successo?
Poste non consegna le raccomandate
Poste Italiane è stata multata per pratiche commerciali scorrette per aver provocato, secondo l’Antitrust, “gravi danni al sistema giustizia”. Secondo le accuse mosse dall’Antitrust, Poste Italiane avrebbero promosso in modo ingannevole alcuni servizi come il recapito delle raccomandate e del servizio di Ritiro Digitale delle raccomandate.
L’accusa mossa da Antitrust e la multa di 5 milioni
L’Autorità ha fatto sapere che già in passato moltissimi utenti si sono lamentati della pratica, definita scorretta, dell’avviso di giacenza della raccomandata nella cassetta postale anche se era fattibile consegnarla direttamente al destinatario. In pratica, il postino, invece di suonare, metteva direttamente l’avviso nella cassetta. Nel corso del tempo sono arrivate moltissime lamentele da parte dei consumatori, anche durante il lockdown, quando tutti erano a casa ma, nonostante tutto, Poste non suonava per consegnare le raccomandate in mano al destinatario, bensì lasciava solo l’avviso di giacenza.
Secondo l’Autorità, il comportamento di Poste ha avuto pesanti ripercussioni per i consumatori, obbligati a perdite di tempo e denaro per andare a ritirare la raccomandata, senza considerare che molto spesso questo disservizio ha interessato utenti disabili.
L’Antitrust ha fatto sapere che: “I reclami riconducibili all’oggetto avviso di giacenza senza tentativo di recapito da gennaio 2018 ad aprile 2020 sono più di 2.500. Un numero che, diversamente da quanto sostenuto da Poste, non può considerarsi fisiologico rispetto al totale delle raccomandate in considerazione dell’eccezionalità dei comportamenti denunciati”.
Nella pratica, anche durante il lockdown sono giunte migliaia di segnalazioni su mancate consegne, anche se gli utenti erano a casa, questo più volte nel corso del tempo. Nonostante la difesa di Poste, che ha ritenuto inaccettabili le accuse mosse dall’Autorità, per ora la sanzione di 5 milioni di euro resta. La società ha annunciato che farà ricorso al Tar.
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