Se c’è un fallimento che ricade sulle spalle della classe politica italiana attuale e della “raggiante” Prima Repubblica, esso consiste nell’avere reso parassitarie fette di generazioni di giovani, che contrariamente a quanto accade nel resto del mondo, in Italia mostrano una scarsa ambizione a cercare un’occupazione stimolante, preferendo buttarsi sul posto fisso o almeno a uno che ci somigli. Per carità, non parliamo della maggioranza, come dimostra lampante il tragico caso di Gloria e Marco, i due giovani fidanzati veneti appena laureati, morti nel rogo del Grenfell Tower a Londra, dove si trovavano in affitto per trovare quelle opportunità di lavoro dignitose, che neppure nel ricco e attivo nord-est italiano sembrano ormai esservi.
Gloria non voleva pesare sulle spalle dei suoi genitori, anzi era andata a lavorare a Londra in uno studio di architetto per dare un aiuto alla famiglia. Le sue ultime strazianti parole ai genitori, mentre il fumo dell’incendio avanzava in direzione dell’appartamento in cui alloggiava con Marco, sono state: “sto per morire, vi aiuterò da lassù”.
Gloria e Marco rappresentano il meglio della gioventù italiana e non perché si trovassero all’estero per lavorare; si può decidere di restare in Italia e non per questo essere considerati “bamboccioni”. Magari il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, avrebbe voluto dichiarare questo mesi fa, quando offese quelle centinaia di migliaia di cervelli in fuga, sostenendo che per molti di loro è “meglio toglierseli di torno”, mostrando una cultura squallidamente elitaria. I due ragazzi sono l’esempio dei sacrifici compiuti da milioni di italiani per realizzare le proprie ambizioni e al contempo per essere soggetti attivi nel mercato del lavoro.
85.000 domande per 30 posti in Bankitalia
Purtroppo, non tutti siamo Gloria e Marco. E’ di qualche giorno fa la notizia che per 30 posti di vice-assistente alla Banca d’Italia sono state presentate 85.000 domande.
Fanno tristezza queste cifre e per svariate ragioni. In primis, perché tra gli 85.000 aspiranti vice-assistenti a Palazzo Koch, bisogna chiedersi quanti abbiano fatto domanda per il piacere di ricoprire quel posto e quanti, invece, non abbiano voluto partecipare al concorso per la sicurezza di un posto “fisso”, perché si sa che entrare alla Banca d’Italia è un po’ come fare bingo. Ammesso che il contratto non fosse a tempo indeterminato, fa comunque curriculum e si potrà ottenere punteggio per un prossimo concorso, magari presso lo stesso ente e da interno.