Posto fisso intramontabile: generazione perduta appresso ai concorsi pubblici

Concorsi pubblici l'unica grande ambizione rimasta ai giovani italiani: 85.000 domande per 30 posti alla Banca d'Italia. Ormai il posto fisso nel pubblico impiego è diventato la speranza dei più giovani.
7 anni fa
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doppio concorso

Ambizioni ormai sempre più basse

Seconda ragione di tristezza: lo stipendio. 28.000 euro lordi annui sono un’ottima retribuzione in Italia, superiore alla media nazionale, ma al netto fanno circa 1.600 euro al mese, roba che all’estero ci riderebbero in faccia. Invece, nel nostro paese ci si spintona e si è disposti a cercare la raccomandazione dall’alto, ove possibile, per una cifra del tutto ragguardevole, ma non certo entusiasmante e che verrebbe percepita fuori dai nostri confini nazionali anche da un operaio generico.

Ammettiamolo, se ci venisse proposto di rinunciare alle nostre ambizioni professionali per ottenere uno stipendio “sicuro” di 10.000 euro al mese ci faremmo tutti un pensierino, anzi i più tra di noi ci metterebbero subito la firma. Il punto è che in Italia ci siamo ridotti a vendere l’anima per percepire uno stipendio anche medio-basso, pur di sopravvivere. A tanto siamo arrivati, a tanto saremmo disposti pur di uscire dal clima di panico che ci affligge, quello di non essere in grado per un lungo periodo di tempo di guadagnare abbastanza per mantenerci e per formarci una famiglia. Viviamo nel terrore di diventare brizzolati – gli uomini – o ultra-quarantenni – le donne – senza poter essere chiamati mamma o papà, o peggio, senza potere guardare negli occhi i nostri figli, per paura di averli delusi, di non potere garantire loro un’infanzia dignitosa. (Leggi anche: Briatore esorta i giovani a fare l’idraulico e non l’avvocato)

Che futuro può mai avere l’Italia?

Possiamo parlare di ripresa del pil tutta la vita, così come di flessibilità fiscale e riforme economiche, ma chiediamoci in quale direzione possa mai andare un paese, dove milioni di giovanissimi siano costretti a crescere senza l’ambizione di realizzarsi professionalmente, in un clima di assoluto cinismo, nel quale al perseguimento di un sogno si preferisce portare a casa il risultato minimo auspicato, quello di un posto pressoché stabile.

Se la tendenza è stata vistosamente più marcata al sud, a causa delle scarse opportunità lavorative storicamente presenti in quella parte dell’Italia, adesso sembra prendere piede persino nell’opulento nord, dove la perdita delle certezze occupazionali spinge sempre più famiglie a prendere in considerazione il ricorso all’impiego pubblico, che fino a qualche anno fa era praticamente confinato ai meridionali.

E così, l’unico investimento preponderante per buona parte dei giovani italiani è divenuto non più quello nel capitale umano o fisico, bensì nei viaggi della speranza, nell’acquisto di biglietti aerei e dei treni per partecipare a un concorso a Roma o altrove, magari confidando nello scorrimento delle graduatorie negli anni, “che prima o poi mi prendono”. Nessuna ambizione, nessuna volontà di osare, nessuna iniziativa per una fetta crescente della popolazione italiana, specie quella più giovane, se non di provare a inviare domanda per questo e quel concorso, anche leggendo appena quali siano i requisiti e per quali ruoli ci si candida. Alla fine, importa solo lo stipendio a fine mese, che si faccia il bidello o il personale amministrativo al ministero, il cancelliere in tribunale o il funzionario alla prefettura. E se il posto è lontano da casa, nessun problema: tra legge 104, anni di anzianità e carichi di famiglia, nel giro di qualche anno ti trasferiscono al tuo paese. (Leggi anche: Crisi lavoro, record inattivi in Italia)

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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