La povertà in Argentina sta crollando, ecco come Buenos Aires è diventata un esempio per il mondo

Il tasso di povertà in Argentina è in caduta libera dopo pochi mesi dall'avvio delle politiche di austerità e contro l'inflazione di Milei.
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3 giorni fa
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Povertà in forte calo in Argentina
Povertà in forte calo in Argentina © Licenza Creative Commons

Buone notizie dall’Argentina, dove le statistiche ufficiali registrano una forte discesa del tasso di povertà. Nel secondo semestre dello scorso anno, risulta crollato al 38,1% dal 52,9% a cui era salito nel primo semestre. Un successo per il presidente Javier Milei, che ad un anno dal suo insediamento può vantare già di avere abbassato la povertà rispetto anche all’amministrazione precedente di centro-sinistra, che la aveva lasciato al 41,7%. L’indigenza estrema è stata più che dimezzata dal 18,1% all’8,2%. Tutto questo, è bene ripeterlo, nell’arco di un solo semestre.

Inflazione sradicata fa crollare povertà in Argentina

In Argentina s’intende povertà quando una famiglia non riesce a comprare beni di base per l’importo di 342.370 pesos (dato aggiornato al febbraio scorso), pari a circa 313 dollari.

Finora c’era stata una narrazione globale, secondo la quale Milei avrebbe sì quasi del tutto sconfitto l’inflazione, ma a discapito delle condizioni di vita dei cittadini. Sta emergendo una realtà opposta. L’attuale presidente ha abbattuto la crescita dei prezzi al consumo al 118% in media nel 2024 dal 211% del 2023. E l’OCSE la prevede al 28,4% per quest’anno.

Inflazione mensile argentina
Inflazione mensile argentina © Licenza Creative Commons

L’inflazione mensile ereditata nel dicembre del 2023 era del 25,5%, crollata al 2,4% nel febbraio scorso e dall’ottobre scorso ormai sotto il 3%. Gli analisti stimano un crollo su base annuale a marzo al 23,3% dal 66,9% del mese precedente. Nell’aprile dello scorso anno, aveva superato il 292%. Nel frattempo, sempre Milei ha centrato un altro obiettivo storico: riportare i conti pubblici in attivo. Nel 2024 il bilancio dello stato ha registrato un piccolo surplus fiscale anche dopo il calcolo della spesa per interessi.

Crescita del Pil in Argentina
Ritorno alla crescita in Argentina © Licenza Creative Commons

Austerità e lotta all’inflazione con crescita del Pil

L’austerità fiscale non ha colpito la crescita economica così brutalmente come si temeva. Il Pil è tornato a crescere già nel terzo trimestre del 2024. Nell’intero anno, è diminuito dell’1,8%, la metà di quanto stimato inizialmente dagli analisti internazionali. Per quest’anno la banca centrale prevede una crescita prossima al 5%. E l’ottimismo sale di mese in mese. A gennaio, l’attività economica è lievitata del 6,5% su base annua, registrando il terzo aumento tendenziale e il quarto congiunturale consecutivi. A conti fatti, da quando Milei è diventato presidente le dimensioni dell’economia argentina sono cresciute dello 0,6% al 31 dicembre scorso e la povertà si è ridotta.

Ritorno alla crescita in Argentina
Crescita del Pil in Argentina © Licenza Creative Commons

Sempre nel quarto trimestre dello scorso anno, le partite correnti hanno chiuso in attivo per 1 miliardo di dollari dai -2,67 miliardi di un anno prima. Un dato che sintetizza la crescita delle esportazioni e l’attrattività dei capitali dall’estero. Com’è stato possibile un simile miracolo in così breve tempo? Milei sta dimostrando ai governi di tutto il mondo che il gradualismo in politica economica non paga.

Riforme veloci e anche brutali servono a somministrare quella “terapia shock” capace di rivoltare una nazione come un calzino.

Lotta al parassitismo sociale

Soprattutto, Milei sta svelando che austerità e lotta all’inflazione non sono nemiche della crescita. Lo sono gli eccessi di spesa pubblica, che finiscono per essere monetizzati dalle stamperie della banca centrale e per paralizzare l’attività economica tra instabilità dei prezzi e disordine fiscale. La stessa povertà in Argentina era esplosa proprio per effetto dell’alta inflazione, oltre che della bassa attività economica. Il governo sta facendo l’esatto contrario dei decenni passati: mettere al centro la creazione della ricchezza e sradicare il parassitismo sociale, alimentato da sussidi e spesa pubblica improduttiva.

Mercati e famiglie stanno dando fiducia a Milei, come segnalano i sondaggi sulla sua popolarità e persino il tasso di cambio sul mercato libero. Oggi un dollaro si scambia contro 1.325 pesos, segnalando uno scostamento del 20% rispetto al cambio ufficiale. Prima del suo arrivo alla presidenza, la distanza era tripla. Nell’ultimo anno, il cambio libero perde il 24%, che è persino poco per una valuta travolta da anni di inflazione a tre cifre. Tant’è che il timore adesso è che possa risultare sopravvalutata e deprimere la competitività delle imprese e, quindi, anche le esportazioni all’estero.

Calo povertà in Argentina prima delle elezioni

Il calo della povertà in Argentina potrebbe rivelarsi decisivo quest’anno per il rinnovo del Congresso. Milei governa senza una propria maggioranza autonoma, affidandosi agli alleati del centro-destra tradizionale. Se il suo partito La Libertad Avanza riuscisse a guadagnare numerosi seggi senza che le opposizioni peroniste riconquistino la maggioranza, il suo margine di manovra aumenterebbe e con esso la celerità delle riforme promesse in campagna elettorale. Soprattutto, una vittoria attirerebbe ulteriore fiducia tra gli investitori circa il futuro a medio-lungo termine dell’economia sudamericana. Il Fondo Monetario Internazionale deciderà nelle prossime settimane sull’erogazione di nuovi prestiti per 20 miliardi di dollari. L’annuncio del ministro dell’Economia, Luis Caputo, conferma una nuova era nei rapporti tra Buenos Aires e gli organismi finanziari.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

8 Comments

  1. Andate a vedere dopo fate queste articoli fasulli, mai è decresciuta la povertà anzi è aumentata, come la inflazione che ci sono prodotti basici che non fanno parte del la misurazione

  2. È assolutamente falso, vivo qui da 10 anni e non ho mai visto tanta gente dormire per strada. Vivere in Argentina costa più che in Italia con stipendi minori della metà. Sta scomparendo la classe media, il calo dell’inflazione è falso perché si misura con parametri non aggiornati.

  3. Fesserie. Sono stato in Argentina tre settimane fa e la situazione è molto diversa sia a Buenos Aires dove si percepisce meno, sia in posti remoti (termas de rio Hondo) dove la povertà assoluta è tangibile. Per ritirare 30000 pesos in contante le banche chiedono 10000 pesos di commissione
    La carta non la accetta quasi nessuno o se la accettano ti chiedono dal 10 al 15% di commissione, i prezzi rispetto a due anni fa sono quasi raddoppiati, scontrini neanche a parlarne, nero ovunque. Non raccontate fantasie alla gente, per cortesia.

  4. Questo articolo si limita a riprendere le dichiarazioni della secreteria di presidenza argentina, se il FMI non concedesse il prestito crollerebbe tutto. La realtà è all’opposto di quanto detto in questo pseudo articolo di economia.

  5. Ma che caz… dite? Nel mio quartiere a Buenos Aires ci sono più persone dormendo in strada perché non possono affittare neanche una stanza. Questo governo di delinquenti permette alle compagnie di servizi pubblici di fare quello che vogliono. Questa estate siamo stati senza luce per 4 giorni. Questi articoli scritti per pseudogiornalisti fa schifo. Siete dei bugiardi senza scrupoli!

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