I petrodollari tengono basso il costo del debito USA
Ora, se tutte le economie del mondo importatrici di petrolio sono costrette a pagarlo in dollari, ciò impone loro di detenere una quantità minima sufficiente di riserve valutarie per rendere possibile l’approvvigionamento energetico. In altre parole, tutti nel mondo devono comprare dollari per il solo fatto che sono l’unico modo per acquistare greggio.
La domanda elevata di dollari rafforza il cambio degli USA da un lato, provocando un cronico deficit commerciale (le imprese americane esportano meno di quanto i consumatori americani acquistino beni e servizi dall’estero), ma allo stesso tempo consente al popolo americano di vivere al di sopra delle proprie possibilità.
Gli americani vivono al di sopra delle loro possibilità
Lo stesso vale per il mercato obbligazionario americano, per cui nell’insieme tutti in America possono indebitarsi a basso costo, continuando a vivere al di sopra delle proprie possibilità. In un certo senso, il sistema dei petrodollari creato da Nixon, così tanto vituperato nella storia USA, sta facendo vivere nella bambagia gli americani, i quali non avvertono praticamente mai il reale peso dei loro debiti e consumano tipicamente più di quanto non potrebbero permettersi.
Cosa accadrebbe, se all’improvviso l’Arabia Saudita, leader dell’OPEC, i cui membri detengono complessivamente l’80% delle riserve petrolifere mondiali, decidesse di accettare i pagamenti anche in altre valute? Sarebbe la fine del “sogno americano”. Il Tesoro di Washington inizierebbe nel tempo a registrare un aumento dei rendimenti, per cui il costo del debito USA salirebbe con gradualità e renderebbe necessarie politiche di austerità fiscali anche in America.