L’Antitrust potrebbe avallare presto una piccola rivoluzione per il mercato dei prelievi al bancomat. Il circuito che gestisce i pagamenti in Italia, Bancomat Spa, ha proposto di eliminare le commissioni interbancarie e di imporre ai clienti il sostenimento di una commissione all’atto del prelievo e a favore solo dell’istituto che eroga il denaro. La materia è oggetto di critiche e timori per decine di milioni di italiani. Con questo nuovo sistema, si perderebbe la certezza di conoscere a priori il costo dei prelievi al bancomat presso altri gruppi bancari.
In attesa che l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato si esprima, arriva sempre da Bancomat una nuova proposta. E stavolta, sarebbe ben più rivoluzionaria della precedente. L’AD, Alessandro Zollo, ritiene che “se chi fornisce denaro potesse essere ripagato per il servizio che offre, i POS potrebbero essere usati al contrario, non per pagare ma per erogare contanti”.
Prelievi al bancomat in negozio
A cosa si riferisce il manager? Alla possibilità di effettuare prelievi al bancomat direttamente in negozio. Gli esercenti riceverebbero una commissione per offrire tale servizio, esattamente come ad oggi avviene con le banche. Con la differenza che i negozi risultano molto più diffusi sull’intero territorio nazionale e, pertanto, prelevare denaro contante diverrebbe più semplice e immediato. La proposta in sé si rivela rivoluzionaria, ma ci lascia perplessi su un paio di punti.
Il primo riguarda il rapporto tra cliente e negoziante. I prelievi al bancomat in un negozio avverrebbero contestualmente al solo pagamento per l’acquisto di merce nel medesimo o indipendentemente? In questo secondo caso, pur a fronte di commissioni ricevute, c’è da dubitare che un negoziante voglia privarsi di liquidità per farla fuoriuscire dalla propria attività.
La conseguenza di questa disparità sarebbe un incentivo indiretto per il consumatore a fare acquisti presso le grandi catene, dove i prelievi al bancomat sarebbero più probabili. Per chiarezza, la proposta è del tutto legittima e rientra in una logica di mercato. Non sarebbe imposta da un governo, bensì rivolta da una società privata alla generalità delle attività di vendita al dettaglio d’Italia. Ma sarebbe opportuno interrogarci sulla desiderabilità di una simile rivoluzione. Siamo sicuri che un colpo al piccolo commercio sarebbe ciò che serve in questo momento alla nostra economia dopo una crisi così brutale e perlopiù a carico proprio dei piccoli negozi che uscirebbero danneggiati dalla misura?