Prelievi e versamenti bancari, nuova stretta in arrivo: ecco quando saranno segnalati, attenti anche alle criptovalute

Segnalazione per movimenti sopra 10mila euro all'Unità di Informazione Finanziaria.
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6 anni fa
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Ancora novità per quanto riguarda l’obbligo di comunicazione e prelievo di versamenti sopra una certa cifra. La Banca d’Italia, i giorni scorsi, ha pubblicato un importante documento che riguarda le operazione in contante. Attraverso il documento Istruzioni in materia di comunicazioni oggettive‘  è stato precisato che d’ora in avanti tutti i prelievi e versamenti bancari oltre una certa soglia saranno segnalati all’Uif, Unità di Informazione Finanziaria.

Segnalazione per movimenti sopra 10mila euro

Quando si parla di prelievi o versamenti oltre una certa soglia, che in questo caso è nella cifra pari o superiore a 10mila euro, non si intendono movimenti unici in un mese ma cumulativi ossia se in un tal giorno di un tal mese si prelevano o si versano 2mila euro e dopo qualche giorno 3mila euro fino a superare la soglia dei 10mila, partirà la segnalazione all’Unità di Informazione Finanziaria.

A cosa servirà tutto ciò?

A dover comunicare i movimenti bancari di un certo tipo saranno gli istituti di credito nell’ottica di maggiori controlli inerenti l’elevato rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo, insomma l’Unità di Informazione Finanziaria avrà così modo di analizzare operazioni sospette e migliorare le analisi dei dati. Il documento sarà ora sottoposto per un mese a consultazione. Come si legge nel documento si tratta di: “una comunicazione contenente ogni operazione, anche occasionale, di movimentazione di denaro contante di importo pari o superiore a 10 mila euro eseguita nel corso del mese solare, anche se realizzata attraverso più operazioni singolarmente pari o superiori a 1.000 euro da parte dello stesso cliente o esecutore”. Questo significa che se il cliente preleva o versa più di mille euro più volte in uno stesso mese, arrivando alla cifra di 10mila euro, scatterà la segnalazione.

La criminalità organizzata si serve anche delle criptovalute

E se il contante finora è stato nel mirino, soprattutto quando si parla di paradisi fiscali, un occhio particolare va alle criptovalute per “il reinserimento dei proventi illeciti nell’economia regolamentata”.

A dirlo il direttore della Uif Claudio Clemente, il quale sottolinea come anche le valute virtuali vengano non di rado utilizzate per illeciti, senza considerare il rischio di frode per gli utenti sempre più esposti. Il direttore ha confermato che “nel settore finanziario che appare in generale attento ai rischi, risultano maggiormente esposte alcune attività, quali il private banking, i servizi di trasferimento di fondi, di cambio valute e di moneta elettronica. Altri segmenti operativi vulnerabili sono quelli dei professionisti legali e contabili, delle attività immobiliari, del gioco”.

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