Di recente l’Antitrust ha sanzionato Poste Italiane (1,4 milioni di euro) per informazioni ingannevoli sulla scadenza e la prescrizione dei buoni fruttiferi postali.
La multa, però, è stata poi ridotta del 60% grazie alle modifiche che la società ha apportato alla documentazione. Poste Italiane ha presentato, però, ricorso al Tar chiedendo l’annullamento di tale sanzione, mossa che ha scatenato la disapprovazione dell’Adiconsum Sardegna che ha quindi chiesto un intervento “ad opponendum”. Più esattamente, ha sollecito il Tar ad opporsi al ricorso.
Ma cos’è la prescrizione e perché è così importante?
La prescrizione
I buoni fruttiferi postali hanno tutti una precisa scadenza a seguito della quale non maturano più interessi. Dopo dieci anni da tale data, poi, vanno in prescrizione. Significa che non è più possibile incassarli, si perde quindi sia la cifra investita che gli interessi.
La prescrizione, però vale solo per i titoli cartacei perché per quelli dematerializzati l’erogazione della cifra spettante viene accreditata direttamente sul conto di regolamento che è indispensabile per la sottoscrizione di questi bfp.
La sanzione che l’Antirust ha comminato a Poste Italiane arriva perché quest’ultima avrebbe dato informazioni non adeguate ai risparmiatori in merito ai buoni fruttiferi postali caduti in prescrizione. Tale condotta, quindi, ha spiegato l’Autorità, ha violato i principi di correttezza e di buona condotta. Per tale motivo Poste ha ricevuto una sanzione pecuniaria che è stata però ridotta perché l’azienda ha cercato di migliorare l’informativa fornita ai consumatori.
Una delle novità introdotte è l’inserimento nel modulo cartaceo del buono di una dicitura che ricorda la possibilità di ottenere il rimborso e la data di prescrizione. Inoltre c’è un servizio di “alerting” individuale che aiuta il risparmiatore a capire quando il titolo in suo possesso (emesso dal 1° gennaio 2009) scadrà.
Intervento ‘ad opponendum’ al Tar del Lazio
Giorgio Vargiu, presidente dell’Adiconsum ha spiegato che “Poste Italiane vuole collocarsi al di sopra della legge e col suo ricorso al Tar nel quale chiede di annullare la sanzione dell’Antitrust. Sostiene di non essere assoggettata al rispetto del Codice del Consumo, ma non solo”.
Proprio per questo, l’Adiconsum Sardegna ha pregato il Tar di chiedere ai giudici di rigettare le richieste fatte da Poste Italiane. Ha inoltre sottolineato che “collocando titoli ai piccoli risparmiatori Poste è a tutti gli effetti una società di intermediazione nella distribuzione di prodotti bancari che sfrutta la sua presenza territoriale capillare e la fiducia acquisita presso i consumatori per vendere strumenti finanziari”.
L’attività di distribuzione, ha concluso infine Vargiu, deve sempre avvenire rispettando i principi di correttezza, di trasparenza e di concorrenza che sono stabiliti proprio dal Codice del Consumo.