Pressione fiscale al 64%: la morte per imprese e professionisti

Il socio occulto delle partite iva italiane detiene una quota del 64% e, purtroppo, questo vale solo per i piccoli contribuenti.
5 anni fa
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pressione fiscale

L’Italia si conferma, anche per il 2019, uno tra i paesi europei con la più alta pressione fiscale.

Secondo un report del Centro studi di Unimpresa, il Total Tax Rate per piccole e medie imprese e per i professionisti si attesterebbe intorno al 64%. Un vero e proprio salasso.

Il report di Unimpresa tiene in considerazione tutte le voci dei versamenti nelle casse pubbliche, siano esse: tasse, acconto e saldo, contributi previdenziali e altri pagamenti vari.

I numeri di Unimpresa

Il report prende ad esempio un’azienda che ha prodotto, per l’anno 2019, un fatturato di 50 mila euro.

Secondo i loro calcoli, essa dovrà pagare al fisco ben 33.200 euro, esattamente il 64,5% di prelievo fiscale, cosi distribuito:

  • 625 euro di saldo Irpef;
  • 241 di acconto Irpef;
  • 956 euro di addizionale regionale Irpef;
  • 236 euro di addizionale comunale Irpef;
  • 71 euro di acconto addizionale comunale Irpef;
  • 53 euro come diritti alla Camera di commercio;
  • 689 euro di Irap;
  • 797 euro di acconto Irap;
  • 191 euro di contributi previdenziali;
  • 779 di acconto contributi previdenziali.  

Il peso delle tasse sui contribuenti non accenna a diminuire

Nonostante il Governo sia riuscito ad evitare l’aumento di oltre 20 miliardi d’Iva, la situazione è tutt’altro che positiva.

La stessa Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, commenta: “È una situazione che vale la pena riproporre al centro dell’attenzione e al centro dell’agenda politica, a pochi giorni dall’approvazione dell’ennesima legge di bilancio che si proponeva di essere come la svolta, proprio sul fronte della riduzione della pressione fiscale, e invece non ha cambiato alcunché”. Inoltre, continua Giovanni Ferrara: “il peso delle tasse sui contribuenti, sia famiglie sia imprese, non è cambiato affatto. Certo, ci sono micro-misure e agevolazioni di qua e di là, che tuttavia non sono in grado di modificare il quadro generale, ma riescono (forse) a garantire un po’ di consenso nei collegi elettorali”.

 

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