Prestiti a tasso zero, ma esistono davvero? Ecco come evitare le fregature

I prestiti a tasso zero esistono o sono solo una trovata pubblicitaria? Vi diciamo noi a cosa guardare.
9 anni fa
1 minuto di lettura

Quante volte abbiamo sentito parlare di prestiti a tasso zero? Tante, anche troppo. Sul web, in TV, presso le filiali di una banca o un’agenzia finanziaria veniamo bombardati da simili messaggi. Ma vi siete mai chiesti se esistono davvero o se dietro non si nasconda qualche “sorpresa”? Iniziamo col dirvi che i prestiti a tasso zero esistono, ma sono molto meno diffusi di quanto voi possiate immaginare. Il tasso d’interesse è la remunerazione richiesta dal creditore per aver prestato denaro al cliente.

Per quest’ultimo, invece, si tratta di un costo. Ma se un prestito è a tasso zero, ciò significa che la banca o la finanziaria che lo ha erogato rinuncia a guadagnarci, ovvero che ce lo “regala”. La risposta è sì e no. Vediamo di capirne meglio. Quando parliamo di tasso di un prestito, ci riferiamo al T.A.N. (Tasso Annuo Nominale) e al T.A.E.G. (Tasso Annuo Effettivo Globale). Quest’ultimo potremmo anche trovarlo nella denominazione di I.S.C. (Indicatore Sintetico del Costo). Il T.A.N. è il tasso d’interesse applicato al prestito e riportato su base annua. Ma, attenzione: contrariamente a quanto immaginiate, gli interessi non esauriscono i costi di un finanziamento. Esistono anche le spese per l’istruttoria, per l’eventuale perizia (nel caso di mutuo o pegno), di incasso della rata, di invio dei bollettini al domicilio, per la polizza assicurativa, etc. Tutti questi altri costi, sommati agli interessi, danno vita al T.A.E.G., che sintetizza bene il costo effettivo e complessivo del prestito, sempre annualizzato. Perché vi diciamo questo? Perché quando si parla di prestiti a tasso zero, quasi sempre ci si riferisce al T.A.N., non anche al T.A.E.G. Per dirla in breve, il prestito è sì a tasso zero, ma ugualmente costoso, perché comporta il sostenimento degli altri oneri, che quasi mai vengono azzerati, altrimenti la banca o la finanziaria dovrebbero sobbarcarsi di spese per l’erogazione della liquidità richiesta.
Non solo ci “regalerebbero” il denaro, ma lo farebbero spendendo soldi. Dunque, per capire se un prestito sia o meno davvero a tasso zero, nel senso di “a costo zero”, dobbiamo guardare sempre il T.A.E.G. Se anch’esso sarà azzerato, allora avremmo avuto tanta fortuna. A quel punto, però, bisogna chiedersi se non vi sia dietro dell’altro. I prestiti a tasso zero, infatti, di solito sono offerti in relazione all’acquisto di un bene di consumo o un servizio, sulla base di una convenzione tra rivenditore e istituto di credito. Attenti, quindi, che il primo non abbia prima dell’offerta alzato i prezzi, sostanzialmente facendoci pagare per altra via un costo, che pensiamo di non sostenere. Se così non fosse, evidentemente ci siamo imbattuti in un’offerta allettante, tesa ad attirare clientela, magari in un periodo limitato, come quello per gli acquisti di Natale, etc.  

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.