Prestiti ai dipendenti, ecco la tassazione in busta paga del fringe benefit

Prestiti ai dipendenti, come il fringe benefit viene tassato dallo stato.
8 anni fa
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Prestiti ai dipendenti, calcolo del fringe benefit

I fringe benefit sono beni e servizi offerti dal datore di lavoro ai propri dipendenti, quali incentivi e parte della remunerazione, che si sommano a quella di tipo monetario. Tra questi troviamo anche i prestiti, come disciplinato dal TUIR.

Le erogazioni dal valore non superiore ai 258,23 euro non sono conteggiate nel reddito del lavoratore, mentre per importi superiori si ha un conteggio totale, vale a dire per intero e non solo della parte eccedente la soglia suddetta. Dicevamo che anche i prestiti concessi dal datore di lavoro o per i quali il datore di lavoro ha stipulato accordi/convenzioni con l’istituto di credito, perché il dipendente possa accedere al finanziamento a condizioni agevolate, rientrano tra i fringe benefit.

Come si tassano i prestiti ai dipendenti

Da un punto di vista fiscale, va tassato solamente il 50% tra il tasso di interesse concesso al lavoratore e il tasso ufficiale di sconto, ovvero quello mediamente praticato al momento della stipula o alla fine di ciascun anno.

Facciamo un esempio: se il tasso mediamente applicato sul mercato sui prestiti omologhi a quello concesso al dipendente è del 3% e il datore di lavoro lo eroga all’1%, la differenza tassabile è pari all’1% sull’intero finanziamento, dato da (3% – 1%)/2. Secondo quanto specificato dall’Agenzia delle Entrate, nel caso di mutuo ipotecario, il lavoratore ha diritto a usufruire della detrazione del 19% sugli interessi, relativamente alla quota rimasta a suo carico, ossia al netto dell’eventuale contributo del datore.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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