Il decreto liquidità (Decreto-legge n. 23 del 2020), contenente “Misure per le imprese e in materia di settori strategici, salute, lavoro, termini amministrativi e processuali” ed emanato a fronte del persistere in Italia dell’epidemia Covid-19 per sostenere ulteriormente imprese e famiglie a fronte della conseguente crisi economica e di liquidità che ne è derivata, ha previsto, la possibilità, fino a 25.000 euro di ottenere un finanziamento con la garanzia totale dello Stato. La cifra che verrà effettivamente erogata sarà fino al 25% dei ricavi, come risultano dall’ultimo bilancio depositato o dall’ ultima dichiarazione fiscale presentata.
Le varie ipotesi
Al riguardo, laddove trattasi ad esempio di attività che al 1° gennaio 2019 erano già in essere, stando al tenore letterale della norma, poiché ad oggi il bilancio riferito al 2019 non è ancora depositato e dato che nessuno ha ancora presentato il Modello Redditi/2020 (anno d’imposta 2019), ne deriva che il dato cui far riferimento è quello risultante da bilancio 2018 (depositato nel 2019) o dal Modello Redditi/2019 (anno d’imposta 2018). Se, invece, trattasi di contribuenti che hanno avviato attività nel 2019, questi non avendo nemmeno disponibile i menzionati documenti riferiti al 2018, allora potranno far riferimento ad altra documentazione idonea o inviare alla banca un’autocertificazione con i dati relativi ai ricavi. Ciò però impone due considerazioni: da un lato tale circostanza comporterà la necessità ora (per avere un dato quanto più preciso possibile) di ricostruire i ricavi/compensi del 2019; dall’altro ci sarà una disparità di trattamento rispetto a chi era già in attività al 1° gennaio dello scorso anno, poiché questi dovendo riferirsi al bilancio 2018 o al Modello Redditi/2019, potrebbe ritrovarsi come parametro di riferimento, ai fini dell’accesso al finanziamento, un volume d’affari più basso rispetto a quanto, invece, conseguito nel 2019 (si ridurrebbe, quindi, l’ammontare del prestito massimo ottenibile).