Quanto valgono le case degli italiani
Chiaramente, se il proprietario-finanziato vivesse, per ipotesi, altri 25 anni, la banca incorrerebbe in una potenziale perdita, data dal fatto di avergli erogato una somma, che producendo interessi per un numero di anni superiore alle attese, potrebbe determinare un montante di valore superiore a quello dell’immobile. Viceversa, se il cliente dovesse decedere dopo appena un anno dalla sottoscrizione del contratto, la banca potrebbe monetizzare quasi immediatamente il credito vantato, per cui l’evento sarebbe per essa positivo.
Con la rendita si parte da una stima minima di 3.000 miliardi
Si potrebbe effettuare un calcolo alternativo del valore degli immobili in Italia, attraverso la rendita catastale, che vale nell’insieme 36,2 miliardi di euro. A fronte di un peso di quasi il 92% del numero degli immobili a fini residenziali sul numero di immobili totale, il valore di queste si abbassa al 51,4%. In sostanza, la rendita catastale complessiva delle abitazioni sarebbe di circa 19 miliardi. Ai fini IMU, sappiamo che la base imponibile si calcola rivalutando la rendita catastale del 5% e moltiplicando il risultato per 60. Si sa anche, che tale risultato finale è mediamente più basso del valore commerciale dell’immobile del 60%. Si trova, quindi, che il valore delle abitazioni in Italia sarebbe intorno ai 3.000 miliardi di euro. Ora, se soltanto un millesimo dei proprietari di case usufruisse del prestito vitalizio ipotecario ogni anno, potrebbero monetizzarsi circa 3 miliardi di euro, lo 0,2% del pil.