Il governo Draghi ha deciso di prorogare il taglio delle accise fino all’8 luglio, ma intanto i prezzi di benzina e diesel crescono costantemente. Negli ultimi giorni si è sfondata la quota 2 euro al litro anche per chi opta per il self service e, senza il taglio delle accise, i costi sfiorerebbero i due euro e mezzo al litro. Si tratta di prezzi che un paese come l’Italia non può sostenere senza dare avvio a una spirale recessiva. L’85% delle merci viaggia su strada e i rincari stanno avendo e potrebbero avere in misura sempre maggiori effetti a cascata sui costi delle imprese e, soprattutto, sulla spesa dei consumatori.
Le ragioni dei rincari dei prezzi di benzina e diesel: cosa sta succedendo
Si tratta di una dinamica classica del mercato: quando la domanda cresce e l’offerta non è in grado di rispondere alle nuove esigenze, allora i prezzi crescono. Se a questo processo di base dell’economia di mercato si aggiungono le crisi internazionali e, soprattutto, le manovre speculative, allora ci troviamo dinanzi a una tempesta perfetta. Le quotazioni in costante crescita del prezzo del barile di petrolio (il Brent e il Wti) sono state spinte ancora più in alto, dopo le notizie riguardanti l’embargo, deciso dall’Unione Europea, nei confronti del greggio russo. La domanda cresce (o comunque resta costante) e l’offerta diminuisce: il terreno perfetto per gli speculatori che così possono attingere a extraprofitti.
La fragilità del sistema paese italiano richiede interventi urgenti per contenere le ricadute sulle imprese e le famiglie. Da questo insieme di questioni è nata la proposta del Partito Democratico.
L’emendamento del PD contro i rincari dei prezzi di benzina e diesel
Per comprendere la drammaticità della situazione dei rincari dei prezzi dei carburanti, basta segnalare la differenza soltanto con il mese di maggio, quanto sono cresciuti in circa due settimane.
La proposta del Partito Democratico, inserita tra gli oltre duemila emendamenti al cosiddetto ‘dl Aiuti’, prevede l’istituzione di un calmiere dei prezzi. Si tratterebbe di fissare per 60 giorni un tetto massimo al prezzo dei carburanti mediante un decreto ad hoc del Ministero della Transizione Ecologica. Una proposta per ‘salvare l’estate’ degli italiani, pensata per chi lavora e chi si sposterà in auto durante l’estate. L’idea è ovviamente piaciuta alle associazioni dei consumatori, ma non è assolutamente certa la sua fattibilità e se il governo deciderà di accoglierla.
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