Prezzi benzina e diesel in calo: una buona notizia, ma la batosta potrebbe arrivare a fine settembre

Il calo del petrolio sul mercato internazionale porta a un abbassamento dei prezzi dei carburanti. La notizia è buona, ma cosa succederà dopo il 20 settembre?
2 anni fa
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I prezzi del diesel continueranno a salire, come risparmiare?

Buone notizie sul fronte dei prezzi di benzina e diesel: alla pompa il costo dei carburanti continua a scendere e la rilevazione settimanale del MITE (dati aggiornati al 14 agosto) mostra come il calo sia notevole. Si tratta del combinato perfetto tra il calo del petrolio sul mercato internazionale e gli interventi del governo Draghi sulle accise. Le vacanze degli italiani dovrebbero essere salve, ma l’incognita si avrà a fine settembre, quando contemporaneamente si avrà la scadenza del taglio delle accise (20 settembre) e si terranno le elezioni politiche (25 settembre).

In questa fase di ‘interregno’, benzina e diesel potrebbero tornare sopra i 2 euro al litro.

Il calo dei prezzi di benzina e diesel: i dati del Mite

Secondo i dati riportati dal Mite, la benzina verde è calata di circa 6 centesimi al litro, passando da 1,830 euro al litro del 7 agosto a 1,770 euro del 14 agosto. Il calo è del 3,3%. Il diesel, invece, passa da 1,811 euro al litro del 7 agosto a 1,756 euro del 14 agosto. Il calo è del 3,02%. Molto più contenuta, invece, la discesa del prezzo del GPL, che si attesta su 0,8 euro con un calo di appena l’1,06%. Si tratta di un ritorno ai livelli di inizio maggio 2022 e ben distanti dai picchi di marzo 2022 quando i prezzi di benzina e diesel superavano i 2,1 euro al litro.
Il confronto con l’estate scorsa resta comunque impietoso. Il gasolio si trovava intorno a 1,50 euro al litro, mentre la benzina verde la si poteva trovare anche a 1,60 euro al litro.

Cosa succederà a fine settembre sui prezzi di benzina e diesel?

Le associazioni dei consumatori hanno già lanciato l’allarme: a fine settembre i prezzi dei carburanti potrebbero subire una notevole impennata. Il governo Draghi, infatti, ha deciso di prorogare la misura del taglio delle accise dal 22 agosto al 20 settembre. Il problema è che il 25 settembre si terranno le elezioni Politiche e, prima che possa insediarsi un nuovo governo (di qualunque colore esso sia), si rischia un periodo di ‘vuoto’ politico che potrebbe portare alla crescita esponenziale dei prezzi di benzina e diesel.

Il calcolo è semplice: se oggi, in media, la benzina la paghiamo 1,770 euro al litro, qualora i prezzi rimangano gli stessi, con la fine del taglio delle accise, salirebbe a 2,070 euro al litro. Si tornerebbe insomma quasi ai massimi storici di marzo 2022. Perché il governo Draghi abbia prorogato il taglio delle accise soltanto al 20 settembre e non oltre, è una domanda a cui è difficile trovare una risposta.
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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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