La bolla immobiliare prima del Covid era diventata una forte preoccupazione tra i governi del Nord Europa, ma negli ultimi mesi il problema non ha fatto che acuirsi con la ripresa più generale di tutti i prezzi, compresi delle case. Un governo in Svezia è stato sfiduciato per la prima volta nella storia proprio sul tema del caro affitti, lo stesso che a Berlino provoca da anni proteste rumorose delle associazioni degli inquilini. Ma qual è la situazione generale del comparto in Europa?
Secondo l’Eurostat, fatti 100 i prezzi delle case nel 2010, nel 2020 erano saliti a 135 (+35%).
Prezzi case, variazioni e livelli raggiunti
Ad ogni modo, rielaborando i dati Eurostat, scopriamo che, al netto dell’inflazione, i prezzi delle case in Italia tra il 2010 e il 2020 sono diminuiti mediamente del 22,4%. Nel decennio considerato, il tasso di crescita reale è stato positivo solamente nel 2016 (+0,2%) e paradossalmente nel 2020 (+2,2%). L’unico altro grande mercato ad avere registrato un calo è stato quello spagnolo: -13,8%. Qui, si arrivò nel 2012-’13 a un crollo a doppia cifra, rispettivamente del 16,5% e del 10%. Successivamente, però, si è avuta una discreta ripresa. Non dimentichiamoci che la Spagna arrivò alla crisi finanziaria del 2008 con alle spalle una bolla immobiliare potente.
Boom, invece, per la Germania.
Più in alto di noi con 2.546 euro c’è anche la Spagna. Dai dati si evince anche che l’Italia nel 2020 è stato l’unico mercato a registrare il segno meno (-1,2%) nel Vecchio Continente. Forse, anche per i prezzi delle case relativamente abbordabili, almeno in gran parte dello Stivale, spicchiamo anche per tasso di proprietà: al 72,4% contro una media europea del 69,8%. Meglio di noi fanno solamente gli altri stati del Sud e dell’Est Europa. In Germania, invece, possiede una casa di proprietà solamente il 51,1% delle famiglie, mentre in Francia la percentuale si ferma intorno al 65%.