Finisce un’era in Europa, quella delle quote per la produzione di zucchero nei 28 stati UE. Da oggi, l’imposizione introdotta nel 2006 viene meno e, pertanto, i produttori potranno coltivare e vendere tutto lo zucchero che vorranno. Si stima che le esportazioni dovrebbero raggiungere le 2,2 milioni di tonnellate per la prossima stagione. La Francia, che insieme alla Germania è tra i primi produttori, arriverebbe a triplicare le proprie esportazioni a 1 milione di tonnellate. (Leggi anche: Zucchero come quote latte? Trema il settore)
La UE rappresenta il 10% dell’offerta mondiale di zucchero.
Si consideri che attualmente il prezzo dello zucchero per tonnellata nella UE si aggira sui 500 euro, mentre al livello internazionale, si attesta a meno di 310 euro. Dunque, venendo meno le restrizioni dell’ultimo decennio, i prezzi europei tenderanno a quelli del resto del mondo, con un crollo potenziale del 40%. Possibile anche, però, che la sovrapproduzione interna venga scaricata, come abbiamo anticipato, sulle esportazioni, per cui il calo dei prezzi sarebbe più contenuto.
La UE consente alle sue raffinerie di importare zucchero senza dazi da alcune economie in via di sviluppo e a tariffe agevolate da altre. A beneficiare di queste condizioni di favore risulta, in particolare, il Brasile, che anche in qualità di ex colonia del Portogallo, può esportare verso la UE fino a un ammontare massimo di zucchero a dazio zero.