I tassi USA attesi più alti
L’8 novembre scorso, invece, puntualmente arriva, ma anziché tradursi in un nuovo boom dei prezzi, ha prevalso tra gli investitori un’altra narrativa, ovvero che le politiche pro-crescita del tycoon faranno lievitare l’inflazione, spingendo la Federal Reserve ad alzare i tassi con maggiore celerità. Da qui, il ripiegamento dell’oro, che subisce sia i maggiori rendimenti dei titoli obbligazionari, sia il rafforzamento del dollaro, salito ai massimi da 14 anni contro le principali valute del pianeta e segnando un +6,8% dal giorno delle elezioni, ovvero nello spazio di appena 45 giorni.
Sul futuro non c’è certezza. Peseranno sulle quotazioni diversi fattori: l’implementazione dell’accordo OPEC per il taglio della produzione di petrolio e il conseguente possibile surriscaldamento delle aspettative d’inflazione presso le principali economie avanzate; i diversi appuntamenti elettorali nell’Eurozona; l’apertura del negoziato sulla Brexit; i primi passi di Trump da presidente. In generale, però, non ci si attende una imminente risalita drastica delle quotazioni. (Leggi anche: Prezzi oro deboli, investire in argento?)