La situazione caotica e di grave crisi in Venezuela sotto il profilo economico e finanziario è nota da molti mesi. Ma negli ultimi tempi si è arrivati a un disallineamento tra il tasso di cambio ufficiale e quello reale, praticato al mercato nero, da dare vita a numerosi casi paradossali. Il governo di Caracas si ostina a mantenere invariato il bolivar a un cambio di 6,3 contro il dollaro USA. Al mercato nero, un dollaro si scambia, però, contro circa 100 bolivar. E con un’inflazione esplosa ad agosto al 63,4% su base annua, il trend si mostra in peggioramento.
Che il cambio ufficiale sia irrealistico lo dimostrano anche i prezzi di vendita di numerosi beni di uso comune. Facciamo qualche esempio, per mostrare la schizofrenia in atto nel paese sudamericano. Comprare un astuccio di 36 pennarelli colorati costa 725 bolivar, che al cambio ufficiale sarebbero 115 dollari. Se, tuttavia, ci riferissimo al cambio praticato al mercato nero, quello più aderente alla realtà quotidiana, il costo si ridimensiona a 7,25 dollari, un livello simile alla media dei paesi occidentali. E sapete qual è il prezzo medio di vendita di una pentola a pressione in alluminio? 3.200 bolivar, ossia 507 dollari al cambio ufficiale. Sarebbero 32 dollari effettivi, stando sempre al cambio suggerito dal mercato nero. Una lattina di Coca Cola è venduta mediamente a 35 bolivar, 5,56 dollari. Per non parlare di una TV al plasma Samsung a 32 pollici: 34.500 bolivar, ben 5.476 dollari, l’equivalente di oltre 8 mesi di salario minimo, stando ai livelli fissati dal governo di
Nicolas Maduro. E un chilo di carote? Servono 120 bolivar in media per comprarle, pari a 19,05 dollari. Stando al cambio reale, per fortuna il loro costo sarebbe ridimensionato a 1,20 dollari. E ancora, continuando nel racconto dell’assurdo, troviamo che un paio di scarpe Adidas Adipure Crazy costerebbe mediamente 7.547 bolivar, pari a 1.198 dollari. Per un asciugacapelli, invece, bisognerebbe sborsare 697 dollari (4.392 bolivar).
Infine, il classico esempio del panino del MacDonald’s. Il Big Mac costa in Venezuela 92 bolivar, che al cambio ufficiale significano 14,60 dollari, una cifra palesemente spropositata. L’elenco potrebbe continuare molto a lungo. Quel che interessa è che tali prezzi non sono frutto di una follia generale, quanto la conseguenza di un loro adeguamento all’inflazione. Ciò non che non quadra in questo scenario è il cambio ufficiale, vistosamente sopravvalutato. Ciò impedisce l’arrivo di merce straniera, a causa dell’impossibilità per le imprese locali di importare beni, in assenza di dollari. Le vetrine dei negozi e gli scaffali dei supermercati in Venezuela gridano la verità dei fatti: il cambio reale tra bolivar e dollaro sarebbe più basso di almeno 15 volte.