Prezzi post coronavirus, la stangata è servita: rincari su voli, viaggi e computer

Come sono cambiati i prezzi dopo il lockdown.
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4 anni fa
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Rincari Rc auto

Voli aerei, vacanze ma anche parrucchieri e tempo libero. Il post lockdown ha causato alcuni pesanti rincari che Unione Nazionale Consumatori ha voluto analizzare elaborandoli dai dati Istat. I dati in oggetto riguardano i prodotti che durante il mese di giugno hanno subito più aumenti, in un periodo in cui si era appena usciti dal lockdown. 

Di quanto sono aumentati i voli e le vacanze

I rialzi maggiori si sono registrati per i viaggi, in particolare i voli nazionali che sono saliti del 36,4% e del 22,6% su base annua, aumento anche per i treni con una media del 4,5% e i traghetti con il +3,2%.

Ma anche spostarsi con l’auto è diventato più caro, non solo per il carburante ma anche per quanto riguarda i pedaggi e parchimetri cresciuti del 3,1%. Oltre ai trasporti, altri rincari legati al settore delle vacanze riguardano macchine fotografiche e videocamere, i prezzi sono aumentati del +15,5%, villaggi vacanze, 13,4% in più, giochi e hobby e palestre e piscine nonché pacchetti vacanza internazionali. 

Anche smart working

Alcuni rincari, anche se sicuramente più contenuti, hanno riguardato i parrucchieri e i trattamenti di bellezza. I prezzi segnalati sono del +1,9% su base annua e del +1,8% i parrucchieri per uomo e +2,3% per donna. Stessa cosa per bar e ristoranti dove l’aumento è stato definito del +1,1%. Parrucchieri, bar, ristoranti, centri estetici e in genere tutti quei commercianti che hanno subito gravi perdite durante il lockdown alla fine della fiera non hanno aumentato i prezzi di molto come si pensava, forse perchè, come ha affermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori “la politica di alzare i prezzi sarebbe stata controproducente e dannosa e si sarebbe tradotta in minori ricavi”

Alcuni aumenti sono stati segnalati anche per prodotti legati allo smart working, quindi pc, stampanti in genere e oggetti di uso quotidiano. In linea generale ad aver subito i rincari più pesanti sono stati i voli aerei nazionali seguiti da computer e tablet, gioielleria, condizionatori, frutta fresca telefoni fissi, monitor e stampanti, cartucce e spese bancarie.

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