Il prezzo del petrolio è sceso al minimo storico, ma il costo della benzina continua a restare alto. Per questo motivo Codacons sta presentando una raffica di esposti nelle varie Procure italiane affinché intervengano.
Secondo Codacons, le compagnie petrolifere, colpite duramente dalla crisi, potrebbero ritardare volutamente l’abbassamento dei prezzi dei carburanti alla pompa per speculare ai danni dei consumatori. Del resto sono settimane che il prezzo del petrolio scende, ma i prezzi finali di benzina e diesel cambiano di pochissimo.
La denuncia del Condacons
Stando ai dati ufficiali, da inizio anno il prezzo del petrolio sui mercati è sceso del 75%, ma il prezzo della benzina solo del 12%. Troppo poco. Pur considerando il peso statico delle accise che grava sui carburanti in Italia e che incide per circa i due terzi della componente finale del prezzo al litro, la variazione della componente energetica non sembra essere stata recepita dai petrolieri. Così, dopo aver sollevato il problema denunciando un tentativo di truffa ai danni dei consumatori, Codacons ha presentato ufficialmente denuncia alla Procura di Cagliari, Nuoro, Sassari e Oristano. E ora si appresta a farlo presso altre procure italiane coinvolgendo tutte le Regioni del Paese. In sintesi, l’associazione per i diritti e la tutela dei consumatori afferma che, nonostante sia avvenuto un drastico calo del prezzo del petrolio al barile, non sono avvenute ripercussioni sui prezzi dei carburanti alla pompa, a differenza di quanto accaduto negli altri Paesi Ue.
Consumi petroliferi in calo a marzo
I consumi petroliferi italiani sono ammontati a 3,3 milioni di tonnellate, con un decremento pari al 31% (-1.485.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2019. Lo rende noto l’Unione Petrolifera spiegando che i consumi di carburanti autotrazione (benzina + gasolio), sono risultati pari a 1,5 milioni di tonnellate, di cui 0,3 milioni di benzina e 1,2 milioni di gasolio, con un decremento del 43,5% (-1.132.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2019.