Petrolio in forte rialzo ieri dopo la decisione dell’OPEC Plus di aumentare la produzione nei prossimi tre mesi. La quotazione del Brent è salita fino al 3,4% a quasi 65 dollari al barile e a metà seduta di oggi si attestava a 64,67 dollari. Il cartello, assieme a una decina di stati esportatori esterni, tra cui la Russia, ha concordato di accrescere l’offerta di greggio sul mercato di un totale di 2 milioni di barili al giorno da qui a luglio. Di questi, la metà saranno barili dell’Arabia Saudita.
Il ministro dell’Energia, Principe Abdulaziz bin Salman, ha dichiarato in conferenza stampa che la produzione saudita aumenterà di 250.000 barili a maggio, di altri 350.000 barili a giugno e di 400.000 barili a luglio. Il resto dell’OPEC Plus, invece, aumenterà la propria quota di 350.000 barili al giorno a maggio, di altri 350.000 a giugno e di 441.000 a luglio.
Al meeting, i membri hanno concordato di aggiornarsi ogni mese per valutare il da farsi e si sono impegnati a non variare le estrazioni per il mese successivo di oltre 500.000 barili al giorno complessivi. L’approccio usato è stato volutamente prudente, pur improntato a un certo ottimismo, dato che le proiezioni vedrebbero una crescita della domanda globale per quest’anno di 6,2 milioni di barili al giorno.
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Va detto anche che l’allentamento del taglio, deciso un anno fa fino a un massimo di 7,5 milioni di barili al giorno e a cui si è aggiunto quest’anno il taglio volontario dei sauditi, coinciderà con la cosiddetta “driving season”, la stagione estiva durante la quale la circolazione delle persone cresce per effetto del turismo, aumentando la domanda di energia.
Le notizie che stanno arrivando dall’Eurozona per il momento non appaiono ottimistiche. La Francia ha varato un nuovo “lockdown” generale per tutto il mese di aprile, la Germania ha inasprito i divieti e l’Italia continua a restare perlopiù in zona rossa e arancione. I contagi aumentano nettamente in tutti questi paesi, sebbene a preoccupare siano gli alti numeri dei morti italiani e francesi, quando quelli tedeschi continuano a segnalare la discesa.
Dal vertice sono usciti ancora una volta vincitori i sauditi. Da luglio, produrranno 1 milione di barili in più al giorno e, a questi prezzi, incasseranno 2 miliardi di dollari in più al mese. Tenendo conto che le estrazioni di Aramco avvengono a un costo di circa 10 dollari al barile, la compagnia maturerà circa 1,7 miliardi di utile in più ogni mese, rimpinguando le casse statali e facendole tendere verso il pareggio di bilancio. La decisione dell’OPEC, tuttavia, è stata voluta anche per reagire all’aumento della produzione russa, con diversi stati del cartello a lamentare che le restrizioni stiano finendo per beneficiare gli interessi economici di stati terzi. Per contro, a rasserenare Riad vi è il mantenimento dei livelli di produzione americana sotto quelli pre-Covid di circa 2 milioni di barili al giorno, segno che la ripresa dello “shale” non sarebbe vicina.
Così l’Arabia Saudita tiene in scacco alleati e Occidente con il balzo del prezzo del petrolio