Prezzo del gas a +30% dai minimi di luglio, c’entra l’attacco ucraino in Russia?

L'Ucraina è passata al contrattacco e ha deciso per la prima volta dall'inizio della guerra di sconfinare in Russia. Prezzo del gas su.
2 mesi fa
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Prezzo del gas in risalita
Prezzo del gas in risalita © Licenza Creative Commons

Netta risalita per il prezzo del gas, che sul mercato olandese viaggia nelle ultime sedute attorno ai 40 euro per Mega-wattora. Rispetto ai minimi di luglio, siamo a un +30%. Di questa materia prima ci eravamo quasi dimenticati negli ultimi tempi, pur avendo contribuito in misura determinante all’esplosione dell’inflazione in tutta Europa sin dagli inizi del 2022. Un aumento drammatico delle bollette per le famiglie, nonché causa di rincari generalizzati. La data clou fu il 24 febbraio di due anni fa, quando la Russia invase l’Ucraina.

Essendo il nostro principale fornitore di energia, con tutta evidenza le tensioni geopolitiche divennero all’istante anche economiche.

Timori su importazioni dalla Russia

E anche stavolta la risalita per il prezzo del gas viene collegata all’invasione da parte dell’Ucraina della regione russa al suo confine, il Kursk. Sì, le parti si sono rovesciate. Kiev si sta giocando una carta molto importante. Una mossa che può consentirle di ribaltare le sorti del conflitto apparentemente segnate o di uscirne definitivamente sconfitta. In pratica, sta portando la guerra in casa dei russi. Per la prima volta in due anni e mezzo, Mosca è costretta a difendersi sul proprio territorio. Secondo il governatore della regione appena occupata, ben 28 villaggi sarebbero caduti in mani ucraine.

Il prezzo del gas s’impenna per due ragioni essenziali. La prima è che la regione è fondamentale per il trasporto del gas verso l’Europa. E sebbene il Vecchio Continente abbia fortemente allentato la propria dipendenza dalle importazioni russe, un eventuale stop alle forniture resterebbe problematico. La seconda è più di orizzonte lungo: c’è il rischio che la guerra perduri più di quanto ci fossimo immaginati fino a qualche settimana fa. Se la parte debole si rafforza, lo scontro diventa più equilibrato e al tempo stesso si allunga.

Stagionalità delle quotazioni

Tuttavia, la geopolitica c’entrerebbe fino a un certo punto con l’impennata del prezzo del gas.

Sapete qual era il prezzo un anno fa esatto? 39 euro per Mega-wattora. In altre parole, il conflitto starebbe incidendo zero sulle quotazioni. Ad oggi, poi, non sembrano esserci carenze di offerta. Gazprom ha reso noto che ha inviato all’Europa 39,6 milioni di cubi di gas tramite l’Ucraina all’Europa questo lunedì, un po’ di più dei 39,3 milioni del giorno precedente.

Dunque, la solita speculazione? In parte, sì. Per il resto il prezzo del gas è soggetto a una certa stagionalità. Tende a salire nei mesi invernali, quando i consumi di energia s’impennano in Europa per il freddo. Dopodiché scendono e risalgono in piena estate, quando le compagnie clienti hanno la necessità di aumentare gli stoccaggi per prepararsi all’aumento dei consumi. Nulla di straordinario, almeno all’apparenza. Per quanto i 40 euro di cui sopra restino superiori ai livelli medi pre-bellici, che oscillavano tra 15 e 25 euro, neanche lontanamente sono paragonabili ai picchi dei 340 euro raggiunti nell’agosto (ecco che il mese torna sempre) di due anni fa.

Prezzo del gas soggetto a rischio geopolitico

Certo, c’è una conseguenza che questa nuova fase bellica si porta dietro. Segnala alla Banca Centrale Europea che il rischio geopolitico resta forte e il suo impatto sull’inflazione non prevedibile. A settembre, con ogni probabilità Francoforte taglierà i tassi di interesse per la seconda volta. Ma lo spettro di un prezzo del gas problematico per i mesi successivi semina il dubbio tra i governatori e impone prudenza circa il grado di allentamento monetario in corso. Tutto iniziò con l’energia alle stelle. Pensavamo che il problema fosse stato risolto e anche le tensioni nel Medio Oriente ci dicono che staremmo eccedendo con l’ottimismo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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