Va avanti in Italia il dibattito su privacy e sicurezza sul posto di lavoro: il Consiglio d’Europa è intervenuto per fissare dei limiti alla normativa, compreso l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori, in merito alle tecnologie ammesse per monitorare impianti e strumenti di lavoro. Nell’aggiornamento diramato agli Stati membri lo scorso primo aprile si specifica in particolare che questi mezzi non devono servire a spiare il lavoratore e le “attività e comportamenti dei dipendenti”.
Controlli a distanza: tecnologie che violano la privacy dei lavoratori
Tra le tecnologie del controllo a distanza si includono microchip, telecamere, braccialetti gps, etc.
Sul punto la Fiom è irremovibile: Maurizio Landini ha chiarito che il sindacato dei metalmeccanici è intenzionato a “mantenere le norme contrattuali e legislative preesistenti”. L’Europa quindi frena la possibilità di modifica dello Statuto così come da articolo 7 del Jobs Act che prevedeva la “revisione della disciplina dei controlli a distanza sugli impianti e sugli strumenti di lavoro, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica e contemperando le esigenza produttive dell’impresa con la tutela della
dignità e della
riservatezza del lavoratore”. Il ministro del lavoro
Giuliano Poletti ne dovrà necessariamente tenere conto prima di approvare definitivamentei decreti, cosa che si era ripromesso di fare entro il mese di agosto. In particolare nella raccomandazione europea viene fatto divieto di installare telecamere o altri sistemi di sorveglianza in spogliatoi, mense e aree ricreative. Al momento quindi non è ancora chiaro quali potranno essere gli imminenti cambiamenti con la legge delega. Intanto le proposte al limite in tal senso non mancano: alla polemica del 2013 delle telecamere dell’Inps nelle agenzie di Romano di Lombardia e Treviglio, hanno fatto seguito la voce sulla presunta. Nei mesi scorsi ai dipendenti dell’autogrill MyChef di Bologna fu chiesto di indossare nella divisa una cinta con gps integrato.
Secondo alcune testimonianze l’Obi di Piacenza invece avrebbe proposto di applicare ai lavoratori un braccialetto vibrante per controllare i tempi medi di risposta alle richieste di assis