L’Italia figura al 63-esimo posto nel mondo per conoscenze in ambito finanziario, ultima tra i paesi del G20. Siamo un popolo di risparmiatori, abbiamo un livello di ricchezza che paesi come la Germania si sognano, anche se a volte non la impieghiamo al meglio, perdendo la possibilità di integrare i nostri redditi con entrate straordinarie. In fatto di educazione finanziaria, dobbiamo compiere diversi passi in avanti. E non per scalare classifiche internazionali che spesso non vogliono dire nulla – pensate che la Danimarca quasi doppia il nostro Paese in termini di percentuale sulle competenze e, però, le sue risultano tra le famiglie più indebitate al mondo – quanto per migliorare la nostra condizione economica.
Il ruolo dello stato dovrebbe essere di supporto, principalmente tramite la scuola. I ragazzi che si diplomano o che prendono anche la laurea, il più delle volte non posseggono strumenti sufficienti per muoversi in maniera autonoma sui mercati finanziari. Poi, ti arriva uno spot governativo per pubblicizzare il collocamento del BTp Valore 2030, che inizia oggi, e la sensazione è di essere tornati all’anno zero dell’educazione finanziaria.
Spot sul BTp Valore 2030
Ci sono due coppie di amici, un po’ attempati, seduti a tavola. Una delle due chiede all’altra “prossima settimana venite da noi?”. La risposta è negativa: “andiamo in crociera”. “Avete vinto alla lotteria?”, ribatte l’amico. “Abbiamo comprato il BTp Valore”, chiosa la padrona di casa. Qual è il senso di questo messaggio? Con gli interessi percepiti investendo nel titolo di stato, potrete togliervi qualche bella soddisfazione. Ma davvero possiamo pensare di andare in crociera con l’incasso delle cedole?
Facciamo due conti molto semplici. L’investimento medio di una famiglia per un BTp Valore nei precedenti due collocamenti è stato tra 25 e 30 mila euro. Prendiamo per buono il dato più alto. Ogni anno, il bond di nuova emissione ci garantirà il 3,25% lordo fisso per il primo triennio, corrisposto su base trimestrale.
Codacons annuncia un esposto
Presupposto fondamentale per qualsiasi opera di educazione finanziaria è legare il rendimento al rischio e al fattore tempo. L’idea di arricchirsi con l’acquisto di un asset finanziario a basso rischio di credito è a dir poco fuorviante. Lo è ancora di più immaginare che ciò possa avvenire dalla sera alla mattina. Come se investire fosse un atto paranormale. Codacons ha annunciato che presenterà un esposto contro questo spot, poiché indurrebbe il consumatore ad avere una visione distorta del funzionamento del bond.
Educazione finanziaria, lo stato come gli influencer?
Per fortuna, ciò che al popolo italiano difetta in educazione finanziaria è supplito dalla sua concretezza. E crediamo che non vi sia una sola famiglia che abbia abboccato al messaggio wannamarchiano dello spot. Gli investimenti ci saranno, probabilmente copiosi, ma per altre ragioni. Il rendimento offerto è effettivamente buono, non ci sono alternative di pari grado di rischio altrettanto remunerative per l’orizzonte temporale dato. Ecco, questo sarebbe stato un messaggio al contempo da buon venditore e in linea con i principi di una buona educazione finanziaria. Ma si è scelta la via del sensazionalismo, un po’ come dire che facciamo le pulci agli influencer e non pretendiamo che lo stato in primis adotti un linguaggio corretto e consono.