Problemi con il verbale 104, i più comuni e come risolverli

Nel caso in cui si riscontrino dei problemi con il verbale 104 è possibile risolverli. Ecco come comportarsi.
1 anno fa
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Foto © Pixabay

“Quanta fretta, ma dove corri, dove vai. Se ci ascolti per un momento, capirai. Lui è il gatto, e io la volpe, siamo in società, di noi ti puoi fidar. Puoi parlarci dei tuoi problemi, dei tuoi guai, i migliori, in questo campo siamo noi. È una ditta specializzata, fa un contratto e vedrai che non ti pentirai“, canta Edoardo Bennato con il brano Il gatto e la volpe.

Tutti quanti vorremmo trovare qualcuno pronto a risolvere i nostri problemi. Peccato che non sia affatto semplice come si spera.

Anzi, capita spesso di imbattersi come Pinocchio in soggetti che si rivelano essere uguali al gatto e alla volpe. Ovvero particolarmente abili a sfruttare le debolezze delle persone.

Prima di fare qualcosa di cui si rischia di pentirsi, pertanto, è bene valutare preventivamente i vari pro e contro. Un modus operandi da applicare negli ambiti più disparati, compreso i vari adempimenti burocratici. Quest’ultimi, d’altronde, si rivelano essere di per sé già particolarmente complessi. Per questo motivo è bene sapere come destreggiarsi e riuscire così a risolvere in modo facile e veloce eventuali problematiche.

Problemi con il verbale 104, i più comuni e come risolverli

Lo sanno bene le persone che hanno fatto richiesta per ottenere la legge 104. E’ bene ricordare che se non si riceve pronta risposta dall’Inps, trascorsi 45 giorni dalla domanda si può godere delle agevolazioni 104 anche senza verbale rilasciato dalla Commissione medica dell’Inps. Tale documento, ricordiamo, serve ad accertare lo stato di disabilità e l’eventuale riconoscimento della Legge 104. Non sempre però il responso è positivo e per questo il soggetto interessato può decidere di fare ricorso. A tal proposito si ricorda che fino al 2011 chi riscontrava dei problemi con il verbale 104 poteva presentare ricorso al Giudice. Il tutto avendo l’accortezza di allegare apposita documentazione sanitaria e perizie. Il Giudice provvedeva alla nomina di un Consulente Tecnico dell’Ufficio che stendeva una relazione peritale.

Quest’ultima veniva acquisita dal Giudice che decretava la decisione finale.

Un iter particolarmente lungo, tanto che il responso poteva giungere dopo alcuni anni. A partire dal 1° gennaio 2012 le regole inerenti le modalità di fare ricorso sono cambiate. È stato introdotto, infatti, un nuovo articolo ad hoc che prevede l’accertamento tecnico preventivo obbligatorio. Lo scopo è quello di riuscire a risolvere tali contenziosi il più rapidamente possibile. A tal fine, come previsto dall’articolo 38 della Legge numero 98 del 6 luglio 2011:

“Al codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni: 1) dopo l’articolo 445 è inserito il seguente: “Art. 445-bis (Accertamento tecnico preventivo obbligatorio). Nelle controversie in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, nonché di pensione di inabilità e di assegno di invalidità, disciplinati dalla legge 12 giugno 1984, n. 222, chi intende proporre in giudizio domanda per il riconoscimento dei propri diritti presenta con ricorso al giudice competente ai sensi dell’articolo 442 codice di procedura civile, presso il Tribunale del capoluogo di provincia in cui risiede l’attore, istanza di accertamento tecnico per la verifica preventiva delle condizioni sanitarie legittimanti la pretesa fatta valere.

[…]L’espletamento dell’accertamento tecnico preventivo costituisce condizione di procedibilità della domanda di cui al primo comma. L’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto a pena di decadenza o rilevata d’ufficio dal giudice, non oltre la prima udienza. Il giudice ove rilevi che l’accertamento tecnico preventivo non è stato espletato ovvero che è iniziato ma non si è concluso, assegna alle parti il termine di quindici giorni per la presentazione dell’ istanza di accertamento tecnico ovvero di completamento dello stesso”.

Ricorso o richiesta di aggravamento dell’handicap? Ecco cosa fare

Entrando nei dettagli, se si riscontrano dei problemi con il verbale 104 è possibile presentare ricorso in Tribunale per chiedere la relativa rettifica.

In tal caso molto probabilmente si dovrà effettuare una nuova visita medica presso la Commissione. Una procedura, quest’ultima, che risulta particolarmente lunga e costosa. In alternativa è possibile richiedere, entro sei mesi dal rilascio del verbale, una revisione del documento.

A tal fine è necessario avere premura di allegare tutti i documenti richiesti per il riconoscimento della legge 104 . In entrambi i casi è fondamentale che il verbale sia stato emesso dopo il 2012. Se, invece, l’emissione del verbale è antecedente al 2012, si suggerisce di presentare richiesta di aggravamento dell’handicap. In tutti i casi spetterà all’Inps decidere se accettare o meno l’istanza. In presenza di dubbi si consiglia comunque di rivolgersi al proprio medico oppure a un Caf per sapere quale strada intraprendere nel caso in cui il verbale 104 presenti un responso negativo.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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