Procuratori di calcio, una piaga che va quanto meno regolamentata

Quanto costano alle squadre di Serie A i procuratori calcistici? Il giro d'affari è enorme, si attende un regolamento FIFA.
4 mesi fa
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procuratori

Ma come negli ultimi anni, il ruolo del procuratore è stato fortemente messo in discussione da molti addetti ai lavori all’interno del mondo del calcio. Questo a causa della loro presenza sempre più preponderante, la quale ha spesso finito per inasprire i rapporti tra i club e i calciatori da loro assistiti. Non sono mancati poi presidenti che si sono espressi in maniera inequivocabilmente contraria al loro operato, su tutti il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Negli ultimi anni poi anche i tifosi hanno imparato a non vedere di buon occhio questa figura professionale, ma qual è il giro d’affari che ruota intorno a loro e quali sono le squadre che hanno dovuto sborsare di più?

Una piaga impossibile da estirpare?

C’è chi considera i procuratori come una sorta di veri e propri papponi, nel senso che sfruttano il lavoro di altri per guadagnare il proprio compenso.

Ovviamente, le cose non stanno proprio così, essenzialmente il procuratore dovrebbe essere un legale, non soltanto un manager, e quindi tutelare il proprio assistito al fine di fargli ottenere il compenso migliore dal contratto che va a firmare. Il problema è che i procuratori più bravi hanno poi alzato di molto anche i loro compensi e in teoria dovrebbero essere appunto i loro assistiti a pagarli. Se io do un incarico a un avvocato, sono io a pagarlo, non altri. Nel caso dei procuratori invece a sborsare il denaro ci devono pensare i club che trattano con il giocatore.

Emblematico ultimamente il caso di Zirkzee, accostato per diverse settimane al Milan, e poi finito al Manchester United poiché a quanto pare i rossoneri si sono rifiutati di pagare una cifra spropositata proprio al procuratore del calciatore belga. La storia del ruolo l’ha però indubbiamente fatta Mino Raiola, storico procuratore di tanti campionissimi.

L’affare Pogba trattato da lui passò alla storia appunto per il suo super compenso dove incassò 27 milioni di euro dal Manchester United. Le cose però ora stanno per cambiare, o almeno è questo quel che sembra. La FIFA sta finalmente per regolamentare la cosa.

Procuratori di calcio, il giro d’affari

Capire che la questione procuratori va regolamentata è semplice, basta dare uno sguardo ai soldi che girano dietro questa figura professionale. La regolamentazione urge maggiormente se si confrontano le cifre spese tra il 2015 e oggi. Ecco i dati forniti dalla Figc:

  • 2015 – 84,4 milioni di euro;
  • 2016 – 193,3 milioni di euro;
  • 2017 – 138,1 milioni di euro;
  • 2018 – 171,6 milioni di euro;
  • 2019 – 187,9 milioni di euro;
  • 2020 – 138 milioni di euro;
  • 2021 – 173,8 milioni di euro;
  • 2022 – 205,7 milioni di euro;
  • 2023 – 220,2 milioni di euro.

Si è passati da 84 milioni di euro del 2015 a 220 milioni dello scorso anno, una cifra più che raddoppiata. Urge l’intervento delle autorità competenti per regolamentare il tutto. La media di soldi spesi verso i procuratori per singolo club è passata da 4,2 milioni a 11,1. Negli ultimi 9 anni in pratica i procuratori si sono pappati 1,51 miliardi di dollari. Ecco il giro d’affari generale per la Serie A che ruota intorno a questa figura professionale. Senza regole nette e precise si teme che entro il 2040 questa cifra venga raddoppiata nuovamente. Ma quali sono le squadre di Serie A che hanno speso di più per i procuratori?

  • Milan, 8,89% – 134,5 milioni di euro;
  • Fiorentina, 5,85% – 88,5 milioni di euro;
  • Napoli, 5,73% – 86,7 milioni di euro;
  • Atalanta, 4,41% – 66,7 milioni di euro;
  • Udinese, 3,39% – 51,2 milioni di euro;
  • Bologna, 3,30% – 49,9 milioni di euro;
  • Torino, 3,13% – 47,3 milioni di euro.

Il Milan, che ha rinunciato a Zirkzee, è proprio il club che ha speso di più. In classifica anche il Napoli che, giustamente, quindi si lamenta tramite il suo presidentissimo. Compaiono un po’ a sorpresa fuori dalle zone alte Inter e Juventus.

L’introduzione di un regolamento FIFA

Ma quali son i procuratori che guadagnano di più.

Abbiamo già citato lo scomparso Mino Raiola, mentre un altro super big del settore è senza dubbio Jorge Mendes, procuratore di CR7. In confronto alla Serie A, la Premier League spende il doppio per loro, infatti nello stesso lasso di tempo ha speso 2,6 miliardi di euro. Ma cosa può fare il nuovo regolamento FIFA. L’idea è quella di inserire un tetto alle commissioni. Il regolamento doveva partire già nel 2023, ma ancora nulla è stato fatto in tal senso. Per quanto riguarda il tetto, la percentuale massima garantita avrebbe dovuto essere pari al 5% dello stipendio del proprio assistito, se al di sotto dei 180.000 euro lordi, del 3% invece una volta superata tale soglia.

A quanto pare questi professionisti però non ci stanno e hanno citato la FIFA in giudizio: “Siamo stati citati in giudizio da alcuni agenti, ma la FIFA continuerà a difendere la sua posizione in tribunale. Invito i governi e i legislatori a unirsi a noi e a svolgere un ruolo attivo nel garantire che i fondi generati dai trasferimenti siano conservati all’interno del calcio e condivisi con club di tutto il mondo, poiché sono assolutamente fondamentali per le generazioni attuali e future di calciatori”. Queste le parole di Gianni Infantino, che ora attende l’esito del giudizio prima di far partire la sua contromossa agli agenti dei calciatori.

Riassumendo…

  • per molti sono una piaga, soprattutto per club e tifosi, stiamo parlando dei procuratori;
  • la FIFA dovrebbe lanciare un regolamento bassato su un tetto per le commissioni;
  • gli agenti hanno anticipato la loro mossa citando in giudizio la FIFA, ora si attende l’esito.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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