Per fermare il declino dell’Italia, occorre portare il rapporto debito pubblico/PIL al di sotto del 100% dismettendo una parte del patrimonio pubblico e contestualmente riducendo la spesa. Sono questi gli ingredienti della cura “taglia debito” di Oscar Giannino e di Fare per Fermare il declino.
DISMISSIONI PATRIMONIALI, ACCORDO FISCALE ITALIA-SVIZZERA E VALORIZZAZIONE DELLE CONCESSIONI PER RIDURRE LO STOCK DI DEBITO DI 210 MILIARDI
Fare per Fermare il declino propone di ridurre entro il 2018 lo stock di debito di 210 miliardi di euro dismettendo una parte degli asset immobiliari e mobiliari pubblici (197 miliardi), siglando un accordo fiscale tra l’Italia e la Svizzera (9 miliardi) e valorizzando le concessioni statali (4 miliardi).
105 MILIARDI IN 5 ANNI DALLA PARZIALE DISMISSIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE
In base ad alcuni recenti studi, il patrimonio immobiliare disponibile – che non tiene in conto i beni di valore storico e artistico – è stimato in 420 miliardi, ma scende a 72 miliardi se si escludono quegli stabili attualmente occupati ma tecnicamente vendibili. Secondo Fare per Fermare il declino, considerato il quadro macroeconomico corrente e il fatto che la proprietà immobiliare pubblica è dispersa e frazionata fra vari enti, si può ipotizzare di riuscire a dismettere asset per 105-110 miliardi di euro. Analogamente ad altre proposte taglia debito (Proposta Samorì per dimezzare il debito pubblico e rilanciare il «made in Italy»), anche Fare per Fermare il declino ritiene opportuno offrire ai potenziali acquirenti agevolazioni fiscali e burocratiche per rendere più appetibili i cambiamenti di destinazioni d’uso degli immobili.
DISMISSIONI PER 90 MILIARDI E LIBERALIZZAZIONE DEI MERCATI
Vi sono poi le partecipazioni statali in grandi aziende. Secondo Oscar Giannino, è tecnicamente possibile monetizzare 90 miliardi dalla privatizzazione di società partecipate dal Tesoro, dismettendo (direttamente oppure attraverso la Cassa depositi e prestiti) le società più appetibili, ossia le aziende quotate in borsa (Eni, Enel, Terna, Snam, Finmeccanica e StMicroelectronics) e quelle non quotate (Poste, Ferrovie dello Stato Italiane, Rai, Inail, Sace, Fintecna).
ACCORDO FISCALE ITALIA-SVIZZERA E LA VALORIZZAZIONE DELLE CONCESSIONI
Secondo un recente studio di Astrid, corrisponderebbe a 13,5 miliardi l’importo che può essere ottenuto siglando un accordo con le autorità svizzere sulla tassazione dei capitali esportati illegalmente in Svizzera. Più prudenti sono, invece, le stime di Fare per Fermare il declino. Secondo questi, è, infatti, è più realistico attendersi entrate nell’ordine di 9 miliardi. A questi, andrebbero sommati altri 4 miliardi dalla revisione del sistema delle concessioni pubbliche.
TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA E ALLE IMPOSTE
Per contenere il rapporto debito/PIL occorre, inoltre, operare un’accorta revisione della spesa pubblica. Oscar Giannino propone di ridurre la spesa pubblica primaria del 5 percento concentrandosi sulle due voci di spesa che hanno subito gli aumenti più vistosi nell’ultimo decennio, ossia affari generali e spesa previdenziale. L’obiettivo di tali provvedimenti è liberare risorse da destinare poi all’ammorbidimento del cuneo fiscale, una condizione necessaria per riavviare la crescita e stimolare l’iniziativa privata.