Pubblico impiego nella spending review. Il testo di legge sui tagli alla spesa pubblica è entrato in vigore ma alcune considerazioni sono d’obbligo, per ciò che concerne in particolare l’esubero di personale nel pubblico impiego.
Pubblico impiego e spending review: la mobilità obbligatoria
Nel testo della spending review viene alla luce l’obbligo della mobilità dei lavoratori nel pubblico impiego. Riduzione dello stipendio fino all’80% d fino ad arrivare, dopo 2 anni, anche al licenziamento, sempre che il dipendente pubblico avrà trovato un altro impiego.
Pubblico impiego: tagli di 24mila posti di lavoro?
A conti fatti, i primi dati, non ufficiali però, è bene sottolinearlo, parlano di circa 24.000 posti i9n meno con i tagli alla spesa pubblica nel pubblico impiego, tra cui il 20 per cento dei dirigenti e il 10 per cento dei lavoratori pubblici.
Il no dei sindacati
Il ministro della funzione Pubblica, Patroni Griffi ha spiegato il significato della parola mobilità nel pubblico impiego, prevedendo due strade tra di loro alternative: la mobilità in vista del pensionamento e la mobilità nel pubblico impiego che porterà al reintegro o al licenziamento dei lavoratori pubblici. Ed è proprio sulla disciplian concernente il reintegro dei lavoratori pubblici, che emergono i primi scontri con i sindacati. Le maggiori sigle sindacali annunciano battaglia per il prossimo 28 settembre, con uno sciopero generale del pubblico impiego. Ciò che criticano maggiormente i sindacat sono le relazioni tra gli stessi sindacati e dirigenti del pubblico impiego. In merito all’esubero di personale infatti deve essere il dirigente responsabile sul personale in esubero a dover preventivamente informare le organizzazioni sindacali. Trascorsi 10 giorni, prendono il via le procedure per ricollocare i lavoratori nell’ufficio di provenienza o in un altro ente.
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