Al prossimo board della BCE, che si terrà esattamente tra una settimana, ovvero il 21 luglio prossimo, sul tavolo dei governatori centrali dell’Eurozona vi sarà ancora una volta la proposta di nuovi stimoli monetari per rafforzare il “quantitative easing”. Sarà la prima riunione dopo la Brexit, anche se l’emergenza scattata nei primi giorni successivi al referendum sembra grosso modo essere rientrata.
Considerando che l’ultimo potenziamento del QE è stato varato solamente il 10 marzo scorso e che solo dallo scorso giugno sono stati inseriti anche i corporate bond tra gli assets acquistabili dalla BCE nel suo programma elevato a 80 miliardi mensili, è molto probabile che l’appuntamento di luglio sia solo interlocutorio, in vista di quello ben più decisivo di settembre.
Board BCE a luglio solo interlocutorio?
La curva dei tassi overnight sconta al momento una probabilità del 18% che vi sia un nuovo taglio dei tassi sui depositi delle banche a luglio, percentuale che s’impenna al 56% per settembre. Ma quali saranno gli stimoli, che probabilmente il governatore Mario Draghi suggerirà ai colleghi del board di potenziare? Vediamoli uno ad uno con le rispettive controindicazioni:
1) Prolungamento del QE: la scadenza attuale è fissata al marzo del 2017, già prorogata di 6 mesi dalla previsione iniziale. E’ altamente probabile che la fine del programma degli acquisti di titoli di stato, Abs, covered bond e corporate bond dell’Eurozona venga ulteriormente posticipata, ma il rischio concreto è di imbattersi in una carenza di titoli da acquistare, specie quelli emessi nei paesi “core”, come Germania, Olanda e Francia. I rendimenti dei Bund sono già negativi fino alla scadenza dei 15 anni e ciò suggerisce che potrebbe rimanere poco tempo, prima che la BCE si veda costretta ad alzare bandiera bianca per l’impossibilità tecnica di proseguire con il QE; (Molto probabile)