Si è fatto un gran parlare di BTp Italia in queste settimane, conseguenza dell’ultimo collocamento di inizio marzo e che ha avuto ad oggetto l’emissione di un nuovo bond a 5 anni indicizzato all’inflazione italiana. In questo articolo, però, analizzeremo un altro BTp Italia, con scadenza 26 maggio 2025 e cedola reale 1,40% (ISIN: IT0005410912). Questo titolo fu emesso nella primavera del 2020, cioè ad inizio pandemia. Che allora non vi fosse alcun rischio d’inflazione percepito, lo s’intuisce dal fatto che la differenza tra cedola minima garantita e rendimento a 5 anni offerto dal bond con cedola fissa fosse sostanzialmente nulla.
Calcolo rivalutazione capitale
Ieri, la quotazione del BTp Italia 2025 era di poco superiore ai 99 centesimi, corrispondente a un rendimento reale alla scadenza dell’1,80%. Ciò si confronta con il 3,25% offerto dal bond con cedola fissa di pari durata. Significa che il mercato si attenderebbe un’inflazione media annua dell’1,45% per il prossimo biennio. Trattasi di un dato apparentemente basso e che offrirebbe margini di guadagno al bond indicizzato.
Il prossimo 26 maggio il BTp Italia 2025 staccherà la sua prima cedola di quest’anno. Di quale percentuale dovremmo attendercela? Rispondiamo alla domanda, partendo dall’indice FOI dell’ISTAT relativo all’inizio del semestre in corso: 113,45. A febbraio, tale indice era salito a 118,5. Supponiamo che resti invariato nel mese di marzo, che per le modalità di calcolo della rivalutazione sarà anche quello di riferimento per il pagamento della cedola. In tal caso, la rivalutazione del capitale sarebbe del 4,45%.
Cedola a maggio per BTp Italia 2025
Ecco cosa accadrebbe con un BTp Italia 2025 in portafoglio dal valore di 1.000 euro. A maggio, il Tesoro ci pagherebbe 44,50 euro lordi a titolo di rivalutazione del capitale. E la cedola semestrale dello 0,70% sarebbe calcolata sul capitale rivalutato a 1.044,50 euro.
Per chi desiderasse acquistare il BTp Italia 2025 sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, l’esborso sarebbe superiore alla sola quotazione, in quanto dovrebbe corrispondere al venditore anche la quota di rivalutazione del capitale in base alla tabella del Tesoro. Per la giornata odierna, ad esempio, sarebbe del 4,235%. Dunque, il prezzo effettivamente sostenuto sarebbe di quasi 1.033,40 euro per ogni 1.000 euro nominali, al netto del rateo della cedola. D’altra parte, tra poco più di due mesi incasserebbe la rivalutazione dell’intero semestre.