“Lo scopo dell’apprendimento è la crescita, e la nostra mente, a differenza del nostro corpo, può continuare a crescere fintanto che continuiamo a vivere“, affermava Mortimer J. Adler. Non vi è alcun limite anagrafico, infatti, alla propria crescita personale. A rivestire un ruolo fondamentale in tale ambito è la formazione.
Proprio grazie alla formazione, infatti, si ha la possibilità di apprendere tutte quelle nozioni, sia teoriche che pratiche, utili a potersi destreggiare nei vari ambiti, compreso quello lavorativo. Lo sa bene il Governo guidato da Giorgia Meloni che intende apportare delle importanti modifiche al Reddito di bilancio attraverso la Legge di Bilancio 2023.
Quale corso di formazione seguire per non perdere il reddito di cittadinanza
Nel corso del 2023 il reddito di cittadinanza verrà erogato per sette mesi ai cosiddetti occupabili. Ovvero coloro che hanno un’età compresa tra 18 e 59 anni che sono in grado di lavorare. Il tutto fermo restando il fatto che il soggetto interessato frequenti un corso di formazione o riqualificazione professionale di almeno sei mesi.
Nel caso in cui ci si rifiuti, il percettore non si vedrà più riconoscere il sussidio targato Movimento 5 Stelle. A tal proposito bisogna sapere che la segnalazione dei corsi di formazione sarà di competenza del centro per l’impiego o dell’agenzia per il lavoro privata che prende in carico il beneficiario. Nulla comunque vieta ai soggetti interessati di cercare in autonomia un corso di proprio interesse a cui iscriversi.
Il ruolo delle Regioni, Anpal e Inps
In ogni caso le Regioni, in qualità di organo competente sull’operato del centro per l’impiego, avranno il compito di segnalare all’Anpal i nominativi dei percettori del reddito di cittadinanza che non rispettano l’obbligo di frequenza dei corsi di formazione.
Ne consegue che fino a quando il centro per l’impiego non dà alcuna indicazione, allora non vi è alcun obbligo di partecipare a un corso di formazione o cercarlo in autonomia. A dover frequentare obbligatoriamente un corso di formazione, è bene sottolineare, sono solo i cosiddetti occupabili. Per tutti gli altri, almeno nel coso del 2023, resterà tutto come prima. A partire dal 2024, invece, saranno apportate importanti modifiche. In particolare il reddito di cittadinanza verrà abolito e al suo posto verranno introdotte delle nuove misure a sostegno delle famiglie alle prese con delle difficoltà economiche.