Che pensione prenderemo con uno stipendio medio di 1.500 euro al mese? Una domanda che molti giovani lavoratori si pongono spesso e alla quale non sanno dare risposta.
In questo articolo vi proponiamo una simulazione per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 e quindi prenderà una pensione calcolata con il sistema contributivo. Il risultato è sorprendente e allo stesso tempo preoccupante.
In pensione con 1.500 euro al mese di stipendio
Simuliamo che il lavoratore vada in pensione a 67 anni con 40 anni di lavoro.
Posto che un lavoratore dipendente abbia versato contributi calcolati su uno stipendio medio di 1.500 euro al mese per 13 mensilità, la domanda da porsi è quanti soldi abbia accumulato dopo 40 anni di lavoro nella propria gestione pensionistica.
A conti fatti, considerata l’aliquota media contributiva del 33%, il lavoratore si troverà all’età di 67 anni un gruzzolo (montante contributivo) pari a 257.400 euro. Applicando il coefficiente di trasformazione per l’età anagrafica salta fuori una pensione di 14.350 euro all’anno. Diviso per tredici mensilità diventano 1.103 euro al mese.
Il tasso di sostituzione
Quindi, facendo i conti della serva, il lavoratore andrà in pensione con una rendita che equivale al 26% in meno dello stipendio. Il tasso di sostituzione è quindi pari al 74%, cioè la pensione varrà, a 67 anni, circa tre quarti dello stipendio medio percepito.
Ovviamente questa è solo una simulazione e vale nella migliore delle ipotesi, cioè che il lavoratore vada in pensione a 67 anni e con 40 anni di anzianità contributiva. E’ presumibile, però, che questa possibilità sarà sempre più ristretta per i giovani lavoratori, alle prese con vuoti contributivi, carriere discontinue, periodi di disoccupazione, ecc.
Senza tenere conto della possibilità di uscire prima, magari a 64 anni di età, come nelle intenzioni del governo circa la riforma pensioni.