Parlare di pensioni alte o basse è sempre stato un tema di aspre discussioni. Soprattutto se si guarda il sistema di calcolo e le regole che hanno finora permesso a talune categorie di lavoratori di beneficiare di trattamenti più favorevoli rispetto ad altri.
E’ noto, ad esempio, che le pensioni dei militari e delle forze di polizia sono mediamente più alte rispetto a quelle della generalità dei lavoratori a parità di anni di contribuzione. Tuttavia sui calcoli influiscono sempre tanti fattori che col tempo stanno scomparendo.
Il sistema di calcolo della pensione
L’entrata a regime del sistema di calcolo contributivo fra qualche anno, a fronte di una riduzione della pensione rispetto al sistema retributivo del passato, avrà il merito di rendere i trattamenti più equi per tutti.
Quello che si versa nei fondi pensionistici pubblici sarà quello che poi ci si ritrova in tasca al momento della pensione. Senza favoritismi di sorta o imbrogli legislativi (come abbiamo visto in passato) per favorire qualcuno a scapito di qualcun altro.
Premesso ciò, ne consegue che il livello di pensione sarà commisurato, non tanto al tipo di lavoro svolto, quanto piuttosto alla quantità di contributi versati. Ovviamente più solo alte le retribuzioni, maggiore sarà la contribuzione e quindi anche il montante contributivo su cui si calcolerà la pensione. Un simulazione è sempre possibile con i sistemi di calcolo online.
Chi prende di più e chi prende di meno
Posto quindi che le pensioni sono direttamente proporzionali allo stipendio, chi prende di più e chi di meno in Italia? Fatta eccezione per alcune categorie, nella generalità dei casi sono i dipendenti pubblici a godere di migliori trattamenti pensionistici rispetto ai lavoratori privati.
Questo perché il livello di retribuzione degli statali è mediamente più alto di un terzo rispetto al settore privato. Per i dipendenti pubblici, la pensione media mensile è di circa 1.300-1.400 euro al mese.
Nulla è però regalato. A fronte di maggiori livelli retributivi, la pensione per gli statali arriva mediamente dopo. Fatta eccezione per le deroghe alla Fornero finora aperte a tutti (quota 100 e quota 102), il settore privato può godere ancora di scivoli fino a 60 mesi che i dipendenti pubblici si sognano.
Anche l’erogazione del TFS arriva dopo molto tempo dalla cessazione del servizio, mentre il lavoratore dipendete privato il TFR lo ottiene subito.