L’aumento dei dazi imposto dagli USA durante la presidenza Trump sta già avendo ripercussioni sui prezzi di numerosi beni, e l’Italia non è immune. In un contesto economico globale sempre più instabile, questi dazi colpiscono direttamente le esportazioni europee e si ripercuotono a cascata sui mercati interni. Anche se i dazi sono stati pensati per colpire principalmente i prodotti europei diretti verso gli Stati Uniti, l’effetto boomerang sui prezzi italiani è tutt’altro che trascurabile. Le aziende italiane che esportano in USA potrebbero ridurre la produzione o spostare i costi sul mercato interno, con il risultato di un inevitabile aumento dei prezzi per i consumatori italiani.
Dazi USA, formaggi e salumi sotto pressione
Tra i primi prodotti a risentire degli effetti della nuova politica commerciale ci sono i formaggi stagionati, in particolare il Parmigiano Reggiano e il Pecorino. Queste eccellenze italiane sono tra le più esportate negli Stati Uniti e i dazi rendono più difficile la loro vendita oltreoceano. Se le esportazioni calano, le aziende potrebbero aumentare i prezzi in Italia per compensare le perdite. Stesso discorso per i salumi. Il prosciutto di Parma e altri insaccati tipici rischiano di vedere diminuire le vendite estere e aumentare il prezzo sugli scaffali italiani. Il sistema è interconnesso: meno esportazioni equivalgono a più prodotto invenduto in patria e un’impennata dei costi legata anche allo stoccaggio e alla distribuzione interna.
Il vino è uno dei prodotti italiani più amati negli Stati Uniti. I dazi hanno già comportato una riduzione degli ordini e, in prospettiva, molte cantine italiane si troveranno a rivedere i propri margini.
Il risultato? Aumenti per le etichette più pregiate anche sul mercato italiano, soprattutto per quelle aziende che fondano una parte importante del proprio fatturato sull’esportazione. A seguire ci sono i liquori, in particolare amari e digestivi, e l’olio d’oliva, altro prodotto bandiera del made in Italy. L’incremento dei costi di produzione, unito al calo della domanda estera, potrebbe costringere i produttori ad alzare i listini interni. Un fenomeno che si farebbe sentire in modo particolare nei supermercati e nei negozi specializzati.
Pasta, conserve e prodotti base della cucina italiana
Anche la pasta, le conserve di pomodoro e altri prodotti base della dieta mediterranea saranno toccati. Pur essendo beni di largo consumo, il calo della domanda estera impatta sulle grandi aziende che basano il proprio equilibrio economico sulla vendita oltre confine. Se questi sbocchi vengono meno o diventano meno redditizi, i costi vengono redistribuiti sui mercati nazionali. Si tratta di piccoli aumenti percentuali che, però, sommati nel tempo e su grandi quantità, incidono sul bilancio familiare.
Uno dei settori storicamente più colpiti dalle tensioni commerciali internazionali è quello della moda. L’abbigliamento e gli accessori in pelle italiani hanno da sempre un mercato importante negli Stati Uniti. I dazi rendono questi prodotti meno competitivi e molte aziende potrebbero decidere di compensare le perdite aumentando i prezzi in Italia.
In particolare, borse, scarpe e articoli di alta gamma potrebbero diventare ancora meno accessibili.
Infine, anche il settore automobilistico è a rischio. Le auto italiane esportate negli USA potrebbero vedere una drastica riduzione delle vendite, soprattutto per marchi di lusso. Questo comporterebbe una riorganizzazione interna delle strategie commerciali, che potrebbe riflettersi su costi maggiori anche sul territorio nazionale, sia per l’acquisto di nuovi veicoli che per la manutenzione e i pezzi di ricambio.
Un effetto domino sul mercato italiano
Anche se i dazi sono una misura imposta su scala internazionale, l’effetto sul mercato italiano è concreto e tangibile. La dipendenza dell’economia italiana dalle esportazioni verso gli Stati Uniti fa sì che ogni cambio di rotta nella politica commerciale americana si trasformi in una catena di conseguenze economiche. In breve tempo, i consumatori italiani potrebbero trovarsi a pagare di più per beni che fino a poco tempo fa erano considerati parte integrante della spesa quotidiana.
In sintesi.
I formaggi e i salumi italiani subiranno rincari a causa del calo dell’export.
Aumenteranno i prezzi di vino, pasta, olio, liquori e conserve.
La moda e il settore auto risentiranno delle difficoltà di vendita negli USA.