Se il diritto alla pensione è uguale per tutti, l’importo della rendita è spesso diverso. Quindi prima di andare in pensione è sempre bene fare i dovuti calcoli per sapere quanto si prenderà una volta usciti dal lavoro.
Di base bisogna ricordare sempre che l’importo della pensione è calcolato sulla base dei contributi versati, ma anche sull’età anagrafica. Più questa è alta, maggiore sarà la rendita che spetta. Poi ognuno farà le proprie valutazioni.
Quando andare in pensione, cosa c’è da sapere
Detto questo, andare in pensione anticipata, rispetto ai requisiti ordinari previsti per la vecchiaia a 67 anni di età, non è sovente la soluzione ideale per ottenere una buona rendita.
Chi ha optato per questa forma di rendita è penalizzato rispetto a chi, a parità di contributi, ha scelto di andare in pensione più tardi. Magari trattenendosi alncora al lavoro. Il coefficiente di trasformazione applicato al montante contributivo (per la parte contributiva) a 62 anni è infatti pari al 4,77% rispetto al 5,57% della vecchiaia a 67. Ne consegue una penalizzazione anche significativa.
In questo senso optare nel 2023 per Quota 103 (in pensione a 62 anni con 41 di contributi) non è, a prima vista, la soluzione ottimale, anche se gli anni lavorati sono tanti e il montante contributivo è medio alto. La base di partenza per fare una scelta è sempre quella riferita all’importo della pensione a 67 anni.
Se la perdita non sarà consistente rispetto alla pensione anticipata, si può anche accettare Quota 103. Ma se la simulazione di calcolo risulta molto penalizzante, allora è bene pensarci due volte.
Quota 103 e l’uscita anticipata con la Fornero
In questo senso, vale la pena raffrontare Quota 103 (in pensione a 62 anni con 41 di contributi) dal prossimo anno con la pensione anticipata prevista dalle regole Fornero. E cioè l’uscita con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
La differenza di 1-2 anni e 10 mesi di contribuzione incide poco sul montante contributivo. Mentre a pesare sul calcolo della pensione sarà l’età anagrafica che a 62 anni prevede la liquidazione di una rendita più bassa rispetto ai 67 della vecchiaia.
Per capire che Quota 103 non è la panacea per i lavoratori è sufficiente guardare chi finora è andato in pensione con Quota 41 (lavoratori precoci). Gli anni sono gli stessi, ma con la differenza che i precoci hanno potuto accedere alla pensione anche prima dei 62 anni di età.
Ebbene il loro assegno risulta mediamente più basso di quanto previsto dai conteggi e dalle previsioni paragonati alla rendita di vecchiaia. Ma tant’è, dopo 41 anni di lavoro uno può anche non volerne più sapere di attendere.