Quando bastano “solo” 30 anni di lavoro per andare in pensione anticipata

Come andare in pensione con soli 30 anni di contributi versati. Che età bisogna aver raggiunto e quali requisiti occorre possedere per fare domanda.
2 anni fa
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Si può andare in pensione anticipata a 64 anni sfruttando la rendita integrativa, ma rinunciando al TFR versato nel Fondo.
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Andare in pensione anticipata è un po’ il sogno di tutti i lavoratori. Ma, come noto, la possibilità di derogare al requisito anagrafico dei 67 anni di età per l’uscita ordinaria, implica solitamente un requisito contributivo più alto.

La legge prevede infatti che si possa andare in pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, con 42 anni e 10 mesi di contributi. Oppure con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. O ancora, con soli 41 anni di contributi per entrambi i sessi se si è lavoratori precoci.

In pensione con 30 anni di contributi

Ciò premesso, esiste un’altra possibilità per andare in pensione prima con dopo “soli” 30 anni di lavoro. Grazie ad Ape Sociale è infatti possibile accedere all’anticipo pensionistico al raggiungimento dei 63 anni di età. Per le donne con figli si possono ottenere sconti sul requisito contributivo fino a 28 anni.

Ape Sociale, però, è rivolta solo a determinate categorie di lavoratori in condizioni di svantaggio sociale. Cioè disoccupati, caregiver e invalidi civili con almeno il 74% di invalidità accertata. Bisogna quindi rientrare in una di queste categorie per ottenere la pensione.

L’importo è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico di vecchiaia cui avrà diritto il richiedente nel limite massimo di 1.500 euro lordi per 12 mensilità. Importo che è soggetto a tassazione ordinaria e non è rivalutabile fino alla pensione. Ne hanno diritto sia i lavoratori dipendenti che quelli parasubordinati e gli autonomi, mentre restano esclusi coloro che appartengono a casse di liberi professionisti.

Come presentare la domanda

La domanda di riconoscimento dei requisiti deve essere presentata all’Inps di residenza entro il 31 marzo (prima finestra utile), ma può essere inoltrata anche successivamente. L’Istituto verifica la sussistenza dei requisiti e comunica all’interessato:

  • il riconoscimento delle condizioni indicando la prima decorrenza utile se è sufficiente la copertura finanziaria rispetto al monitoraggio;
  • riconoscimento delle condizioni con differimento dell’Ape in caso di insufficiente copertura finanziaria. In questa ipotesi solo dopo il monitoraggio verrà comunicata la data utile;
  • il rigetto della domanda se non sussistono i requisiti. La vera e propria domanda di accesso all’Ape si presenta all’INPS di residenza dopo aver ottenuto la risposta in ordine alla sussistenza delle predette condizioni.

L’Ape Sociale decade al raggiungimento dei requisiti per la pensione.

O anche qualora il beneficiario realizzi redditi da lavoro per i quali sono superati i limiti prefissati dalla legge:

  • 8.000 euro per attività di lavoro subordinato, parasubordinato o occasionale;
  • 4.800 euro in caso di redditi da lavoro autonomo.

Il diritto decade anche in caso di percezione di trattamenti di disoccupazione da parte dell’Inps (Naspi) o all’indennizzo da cessazione di attività commerciale.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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