Quando la pensione arriva prima: dai contratti di espansione all’isopensione

Più stimoli (e soldi) per favorire il ricambio generazionale. Lo Stato pronto a mettere in campo ampie risorse per far ripartire l’occupazione.
2 anni fa
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occupati e pensionati

Non c’è solo lo scivolo verso la pensione coi contratti di espansione nei piani del governo, ma anche l’isopensione. Lo scopo, come ampiamente dichiarato dal premier Giorgia Meloni, è quello di favorire il ricambio generazionale favorendo al contempo le assunzioni di giovani.

Alcune misure sono già state adottate col decreto Milleproroghe, altre arriveranno a breve con il decreto Lavoro. Passaggi che indicano quanto importante sia agire al più presto nell’ambito delle politiche sociali per favorire anche la natalità, crollata ai minimi storici.

Dai contratti di espansione all’assunzione di Neet

Fra i vari strumenti a disposizione dell’esecutivo ci sono ben tre misure. I contratti di espansione in scadenza a fine anno e che saranno rinnovati fino al 2025. L’isopensione che prevede la pensione anticipata a partire da 60 anni. E le assunzioni di Neet con il contributo statale.

Per i primi sono in arrivo nuovi fondi che lo Stato metterà a disposizione di quelle aziende che intendo stipulare specifici accordi ministeriali per favorire il ricambio generazionale. Dal 2022 (circolare n. 88 del 25 luglio 2022) – ricordiamo – possono accedere ai contratti di espansione anche i datori di lavoro con meno di 250 dipendenti e fino a 50. Lo scivolo è concesso a partire dai 62 anni di età. Limite di organico aziendale che può essere raggiunto anche come somma delle unità di più realtà aziendali nelle ipotesi di aggregazione di imprese con un’unica finalità produttiva o di servizi.

In questo contesto, il decreto Lavoro contiene misure non solo per le pensioni anticipate. Ma anche per incentivare le assunzioni a tempo indeterminato di giovani che non studiano né lavorano. Si parla di un incentivo pari al 60% della retribuzione mensile per assumere under 30 Neet per 12 mesi. Soldi che potranno essere recuperati dalle denunce contributive mensili.

Più nel dettaglio, l’offerta è rivolta a tutte le aziende che assumeranno giovani registrati al programma operativo nazionale “Iniziativa occupazione giovani”.

L’iniziativa sarà valida fino alla fine dell’anno e dovrebbe coinvolgere circa 3 milioni di persone.

In pensione da 60 anni con l’isopensione 

Per quanto riguarda l’isopensione, invece, il decreto Milleproroghe ha prorogato, fino al 2026 la possibilità per alcuni lavoratori dipendenti del settore privato di lasciare il lavoro fino a 7 anni prima del raggiungimento dei requisiti per la vecchiaia.

In presenza di specifico accordo sindacale, le aziende che occupano almeno 15 dipendenti possono concedere un incentivo all’esodo (isopensione) fino alla maturazione dei requisiti per la pensione ordinaria a 67 anni o anticipata. Gli oneri sono interamente a carico dell’azienda.

L’isopensione, a differenza del contratto di espansione, consente l’anticipo dell’età pensionabile fino a un massimo di 7 anni e riguarda le Pmi. Unica condizione è che il datore di lavoro riconosca al lavoratore esodante un assegno pari all’importo della pensione che maturerà al raggiungimento dei requisiti ordinari.

L’azienda è obbligata a versare anche i relativi contributi all’Inps in considerazione del periodo mancante fino alla data della pensione del lavoratore.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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