La pensione dei medici di base segue più o meno le stesse regole delle pensioni ordinarie riservate alla generalità dei lavoratori. La differenza la fa l’appartenenza alla cassa previdenza a loro riservata che si chiama ENPAM.
L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Medici si occupa appunto della gestione previdenziale dei professionisti iscritti. Si alimenta con due tipi di versamenti contributivi: uno fisso il cui importo sale con l’età (Quota A) e uno variabile in base ai redditi annui dichiarati (Quota B).
La pensione ordinaria dei medici di base
Ma quando vanno in pensione i medici di base? L’età ordinaria per lasciare il lavoro è di 68 anni (vecchiaia), un anno dopo rispetto alla generalità dei lavoratori, così come previsto dalla riforma Fornero.
Altro requisito da possedere per andare in pensione a 68 anni è aver versato almeno 5 anni di contributi in costanza di rapporto di lavoro. Diversamente, se un medico ha cessato l’attività prima, deve possedere almeno 15 anni di versamenti.
E’ tuttavia possibile rinviare la pensione di due anni, cioè fino al compimento dei 70 anni, ma solo se si prosegue il versamento dei contributi in misura fissa (oltre 1.500 euro all’anno), peraltro deducibili in dichiarazione dei redditi.
L’uscita anticipata dal lavoro
Anche per i medici di base iscritti all’EMPAM esiste la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo, ma con penalizzazione. A tal proposito esistono due opzioni che illustriamo di seguito:
- pensione anticipata a 65 anni con almeno 20 anni di contributi versati, ma interamente calcolata con il sistema contributivo:
- pensione anticipata a 62 anni con almeno 35 anni di contributi versati o con 42 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
Ma come si calcola la pensione dei medici di base? Essa è calcolata con il sistema chiamato “contributivo indiretto a valorizzazione immediata ENPAM” molto simile al metodo retributivo. La formula è complicata, ma qui basta sapere che la pensione è data dalla moltiplicazione tra gli anni di versamento ed il coefficiente di rendimento (oggi è 1,25%).
Ad esempio: 40 anni di versamento daranno 50. La pensione annua sarà il 50% del reddito medio dell’iscritto. Tale percentuale rappresenta il tasso di sostituzione della retribuzione media del medico. Così, a fronte di un reddito di 100.000 euro salterà fuori una pensione annua di 50.000 euro.