Quando possono andare in pensione i nati negli Anni 60: ecco il calcolo anno per anno

Quando possono andare in pensione i nati negli Anni '60? Considerata l'età minima e i requisiti contributivi, ecco il calcolo anno per anno.
3 anni fa
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Quando possono andare in pensione i nati negli Anni ’60? Le modalità e i tempi di uscita dal lavoro possono cambiare a seconda della posizione contributiva, personale e professionale. Tipo di attività svolta, così come specifiche condizioni personali e/o familiari possono influire sul calcolo della pensione e sul momento in cui la stessa può essere riconosciuta.

Di seguito, partendo da una differenziazione per anno di nascita, abbiamo provato a fare un calcolo, tenendo conto anche delle attuali misure di pensionamento anticipato, riconosciute e prorogate dal legislatore.

Quando può andare in pensione chi è nato nel 1960?

Per i nati nel 1960, quelli che nel 2021 hanno 61 anni e nel 2022 ne compiranno 62, le modalità di uscita dal lavoro sono essenzialmente due, ovvero:

  • pensionamento anticipato;
  • Quota 41.

Per la pensione di vecchiaia, invece, è necessario aspettare il compimento dei 67 anni di età (e il raggiungimento di almeno 20 anni di contribuzione). L’unica via d’uscita, come abbiamo vista, rimane l’anticipo pensionistico, nel quale rientra anche il cd. pensionamento con Opzione Donna (per le lavoratrici) e le “Prestazioni di accompagnamento alla pensione” (ovvero l’Isopensione).

Per approfondire su tempi, requisiti e modalità di presentazione della domanda vi rimandiamo al nostro articolo: “Quando può andare in pensione chi è nato nel 1960“.

Quando può andare in pensione chi è nato nel 1961

Chi nel 2021 ha compiuto 60 anni – e ne compirà 61 nel 2022 – può andare in pensione ricorrendo alle modalità di uscita anticipata. Anche in questo caso, per la pensione di vecchiaia bisognerà attendere i 67 anni di età e i 20 anni di contribuzione minima. In alternativa, possono richiedere la pensione anticipata i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.

Le lavoratrici, inoltre, possono ricorrere a Opzione Donna, prorogata dall’Esecutivo di Draghi nel 2022. Si tratta di un assegno pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed erogato, a domanda, in favore delle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre.

Come funziona Opzione Donna

Le lavoratrici conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico con Opzione Donna trascorsi:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
  • 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Infine, ai nati nel 1961, sia nel 2021 che nel 2022 è riconosciuto l’accesso alla Isopensione, che si differenzia dai trattamenti pensionistici classici essenzialmente perché si basa su un accordo tra azienda e dipendente. La legge di bilancio 2021 ha infatti prorogato fino al 2023 il periodo di permanenza nella prestazione di accompagnamento alla pensione. In alternativa, se in possesso dei requisiti richiesti, dal 2022 si può richiedere l’anticipo pensionistico tramite Quota 41. Si tratta del trattamento pensionistico riconosciuto ai cd. lavoratori precoci e che – come suggerisce il nome stesso – richiede come requisito indispensabile 41 anni di contributi versati (di cui almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni di età).

Quando può andare in pensione chi è nato nel 1962

Per i nati nel 1962, ovvero coloro che nel 2021 hanno 59 anni, le possibilità di pensionamento si riducono. Nel 2022, compiti 60 anni, valgono regole e requisiti esposti già al precedente paragrafo per Opzione Donna e pensionamento anticipato. Discorso a parte, invece, bisogna fare per chi vuole presentare domanda entro il 31 dicembre 2021, magari perché crede di aver perfezionato i requisiti di legge.

Bisogna fare una premessa, però, riguardo al pensionamento anticipato: si tratta di una misura previdenziale estesa ai soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini.

A conti fatti, dunque, può essere richiesto nel 2021/2022 da chi hai iniziato a lavorare a 17/18 anni (59 – 41 = 18 ; 59 – 42 = 17). E se risultano contributi versati prima del compimento del 19esimo anno di età, di diritto, si rientra tra i lavoratori che hanno accesso alla cd. Quota 41: il trattamento pensionistico riconosciuto ai lavoratori precoci.

Requisiti pensionamento anticipato per lavoratori precoci o impiegati in attività gravose

Pertanto, i nati nel 1962 possono andare in pensione se:

  • iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle forme sostitutive o esclusive della medesima;
  • in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995;
  • possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età.

Gli stessi, inoltre, devono trovarsi in una delle seguenti condizioni:

  • stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;
  • invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile;
  • assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente con handicap;
  • hanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67;
  • sono ricompresi tra le categorie di lavoratori dipendenti che hanno svolto attività lavorativa considerata dal legislatore “gravosa”, per almeno sette anni negli ultimi 10 anni o per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa.

Per le lavoratrici donne, invece, vale sempre il ricorso a Opzione Donna, trattamento di pensione anticipata riconosciuto a chi ha un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Quando possono andare in pensione i nati nel 1963

Se per i nati nel 1962 le possibilità di pensionamento nel 2021/2022 sono limitate, per i nati nel 1963 le opportunità diminuiscono drasticamente riducendosi a una: Opzione Donna.

Come già anticipato sopra, infatti, Opzione Donna è l’unico trattamento di pensione anticipata che viene riconosciuto a chi ha compiuto almeno 58 anni, ma è limitato alle lavoratrici.

Ai fini del conseguimento della pensione è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.

Per il perfezionamento del requisito contributivo, invece, è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.

La domanda va presentata online all’Inps attraverso il servizio dedicato. In alternativa, si può fare la domanda tramite Contact center o rivolgendosi direttamente ad un Patronato.

Quando possono andare in pensione i nati nel 1964

Delle possibilità riservate ai nati nel 1964 che desiderano andare in pensione ne abbiamo già parlato in un precedente articolo (“Quando in pensione per i nati del 1964: ecco le opzioni“). In quel caso, facevamo riferimento a Quota 100, ormai in scadenza al 31 dicembre 2021 ed escludevamo il ricorso al pensionamento tramite Ape Sociale o Ape volontario. Pur richiedendo la prima 30 anni di contributi e la seconda 20, per accedere richiedono almeno 63 anni di età.

Ad oggi, la situazione non è molto cambiata. I nati nel 1964, quindi, se vogliono andare in pensione devono attendere. Se lavoratrici, il raggiungimento di 58/59 anni (età minima per l’accesso a Opzione Donna, che deve essere in linea però con il possesso di tutti gli altri requisiti). Per gli uomini, invece, valgono tutte le disposizioni sopra esposte, sia a livello anagrafico che contributivo, per l’accesso a:

  • Quota 41;
  • pensionamento lavoratori precoci/attività usuranti;
  • Isopensione.

A proposito di prestazioni di esodo, fino al 2023 (ultima decorrenza ammessa 1° dicembre 2023, con risoluzione del rapporto di lavoro il 30 novembre 2023) il periodo massimo di fruizione può essere elevato fino a sette anni.

Quando possono andare in pensione i nati nel 1965

Da Opzione Donna e ogni altro tipo di trattamento pensionistico anticipato sono esclusi anche i nati nel 1965. Quelli che hanno compito 56 anni nel 2021 – 57 nel 2022 – dovranno ancora aspettare qualche anno per presentare domanda all’Inps. Considerando che anche la pensione per i lavoratori precoci viene riconosciuta a chi ha versato almeno 41 anni di contributi, vale sempre il discorso fatto sopra: è improbabile che qualcuno abbi iniziato a lavorare all’età di 15 anni.

In caso contrario, dovessero figurare contributi versati per almeno 12 mesi prima del compimento di 19 anni, per accedere al beneficio della riduzione del requisito contributivo per lavoratori precoci è necessario presentare una domanda di riconoscimento del beneficio entro il 1° marzo di ciascun anno e solo in caso di esito positivo, anche a seguito di verifica della relativa copertura finanziaria, presentare la domanda di pensione anticipata.

Eventuali domande di riconoscimento del beneficio presentate successivamente al 1° marzo di ciascun anno, comunque non oltre il 30 novembre, sono prese in considerazione soltanto in caso residuino le risorse finanziarie. I lavoratori che perfezionano i prescritti requisiti dal 1° gennaio 2019 conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico decorsi tre mesi dalla maturazione degli stessi, secondo le disposizioni previste dai rispettivi ordinamenti.

Quando possono andare in pensione i nati nel 1966

Per i nati nel 1966 (55 anni nel 2021, 56 anni nel 2022) l’unica alternativa di pensionamento, escludendo gli ultimi interventi del legislatore, era prima rappresentata dalla pensione anticipata con requisiti Fornero. La precedente riforma, infatti, richiedeva 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini.

Come abbiamo spiegato nell’articolo “Pensione per i nati nel 1966: quali possibilità“, tenendo conto di quelle che sono le attuali disposizioni, in questo caso bisognerà attendere ancora diversi anni per poter prendere in considerazione l’ipotesi di pensionamento.

Nella rara ipotesi in cui risultino contributi versati a partire dall’età di 14 anni (accumulati poi per 41 anni consecutivi), c’è oggi la possibilità di ricorrere al pensionamento anticipato con Quota 41 per i lavoratori precoci. La domanda può essere presentata online all’Inps, che si occuperà di verificare i requisiti (oltre che dell’eventuale versamento). In alternativa, il contribuente può rivolgersi al Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile, oppure affidare la propria pratica ad un patronato abilitato.

Quando possono andare in pensione i nati nel 1967

Devono aspettare ancora qualche anno anche i nati nel 1968, prima di poter presentare domanda di pensionamento. Escludendo l’eventualità che possano risultare contributi versati all’età di 13 anni, non ci sono attualmente modalità di uscita dal lavoro per chi ha un’età pari a 54 anni (55 nel 2022).

Questi, dunque, dovranno attendere prima di richiedere l’assegno. Se lavoratrici, il raggiungimento di almeno  i 58/59 anni di età. Per gli uomini, invece, valgono le condizioni di accesso valide per il pensionamento anticipato, Quota 41, Isopensione o Ape Sociale. Anni contributi e anagrafici in questo caso cambiano, pertanto è opportuno valutare attentamente ogni disposizione in vigore (ed eventuali scadenze) prima di presentare domanda.

Tutte le possibilità di pensionamento sopra esposte, tuttavia, richiedono ai contribuenti ancora qualche anno di attesa.

Quando possono andare in pensione i nati nel 1968 e i nati nel 1969

Nel 2021, così come nel 2022, non vi sono modalità di uscita dal lavoro che implicano il riconoscimento dell’assegno pensionistico a chi ha solo 53 o 52 anni di età. A tal proposito, ricordiamo che:

  • la pensione anticipata spetta ai soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini;
  • possono accedere alla pensione anticipata c.d. Opzione Donna le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2020, un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni ed un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome);
  • la pensione per i lavoratori cd. precoci è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età (c.d. lavoratori precoci), si trovano in determinate condizioni indicate dalla legge e perfezionano, entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione.

C’è infine l’Isopensione che – nell’ambito di processi di ristrutturazione, di situazioni di crisi, di riorganizzazione aziendale, di riduzione o trasformazione di attività di lavoro – prevede che possano essere erogate prestazioni di accompagnamento alla pensione a totale carico del datore di lavoro. L’eventuale accordo raggiunto con l’azienda, convalidato da Inps e sindacati, implica il versamento di massimo 13 mensilità e il il pagamento della prestazione cessa alla scadenza. Non è prevista infatti la trasformazione automatica in pensione. L’interessato, al contrario, deve presentare in tempo utile la domanda di pensione. Che sia anticipata o di anzianità, verrà riconosciuta però solo al perfezionamento dei requisiti richiesti dal legislatore. Di conseguenza, il lavoratore, finito il periodo di esodo, se non ha l’età minima richiesta o non ha versato abbastanza contributi, si ritroverà scoperto.

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