Il riscatto della laurea, agevolato o ordinario, non è sempre utile per andare in pensione prima. A volte pagare per anticipare l’uscita dal lavoro è poco proficuo. Questo non significa che sia inutile ai fini dell’importo dell’assegno.
Nel groviglio di leggi previdenziali che continuano a cambiare di anno in anno, assume quindi importanza strategica il riscatto della laurea per ciascun avente diritto. L’istituto va valutato con la dovuta attenzione e il lavoratore deve fare alcuni calcoli prima di affrontare onerosi costi economici.
Riscatto della laurea e pensione anticipata
A fronte di una spesa che, nella migliore delle ipotesi, con il riscatto della laurea agevolato (circolare Inps n.106 del 25 luglio 2019), costa circa 27 mila euro per cinque anni di copertura contributiva, bisogna considerare tante variabili. La prima domanda da porsi, quindi, è se ne vale veramente la pena.
Il riscatto della laurea agevolato, ad esempio, prevede uno sconto rispetto a quello ordinario, ma poi implica che la pensione sia calcolata col sistema contributivo. Per ovviare a questa penalizzazione, per chi ha diritto alla pensione anche col sistema retributivo, è bene che opti per il riscatto della laurea ordinario. Ma costerebbe molto di più perché calcolato con il metodo della riserva matematica.
Ma non è solo questo il punto. Occorre anche domandarsi di quanto aumenterebbe la pensione con il riscatto dei contributi nel sistema agevolato piuttosto che ordinario. E qui intervengono altre variabili da considerare, come il coefficiente di trasformazione rapportato all’età anagrafica. O i limiti previsti da alcune pensioni anticipate.
Quando è utile il riscatto, cosa valutare
Per chi, ad esempio, intende andare in pensione anticipata con Opzione Donna o Ape Sociale, il riscatto della laurea avrebbe dei limiti. Se non per raggiungere il requisito contributivo necessario per uscire dal lavoro prima. Per la misura, invece, avrebbe poco senso, visto che la pensione sarebbe calcolata esclusivamente con sistema contributivo nel primo caso, mentre sarebbe limitata a 1.500 euro lordi mensili nel secondo.
Quindi, ciò che bisogna valutare con attenzione sono i costi e i benefici del riscatto della laurea in relazione all’opzione di pensionamento che si intende intraprendere. Nel caso delle pensioni anticipate o con Quota 41 per lavoratori precoci, in cui il requisito è solo quello contributivo, è necessario valutare attentamente i costi da sostenere in relazione all’età.
Se a un lavoratore laureato mancano 5 anni di contributi per raggiungere la soglia prestabilita, ma allo stesso tempo è vicino alla pensione di vecchiaia a 67 anni, non vale la pena affrontare un oneroso riscatto della laurea. Sempre se l’obiettivo è quello raggiungere il diritto.
Se, viceversa, lo stesso lavoratore è lontano da entrambi gli obiettivi e quei 5 anni di contribuzione gli permetterebbero di raggiungere la soglia della pensione coi contributi prima, allora può essere utile affrontare la spesa. Sempre tenendo conto delle differenze fra riscatto agevolato e ordinario.