Dal primo marzo 2022 tutte le famiglie con figli hanno iniziato ad avere a che fare con l’assegno unico universale per i figli a carico fino a 21 anni di età. Una misura che ha rappresentato un terremoto per tutto il sistema di misure a sostegno delle famiglie con figli. Dallo scorso mese di marzo stop al bonus bebè, stop al premio alla nascita ma anche stop a detrazioni per i carichi di famiglia e assegni per il nucleo familiare. Tutto è stato indirizzato verso la misura unica e universale sui figli a carico sotto i 21 anni di età.
“Buongiorno, sono un lavoratore dipendente nel settore privato ed ho una famiglia composta oltre che dal sottoscritto, anche da mia moglie e dai miei due figli di 14 e 18 anni di età. Ho presentato domanda di assegno unico che mi viene pagato regolarmente ogni mese dall’INPS. L’ultimo mese non ho percepito l’assegno di mio figlio diciottenne perché mi hanno detto che devo rettificare la domanda dal momento che ha compiuto i 18 anni di età ad agosto. Cosa devo fare?”
“Buonasera, mi chiamo Franca e appartengo ad una famiglia in cui lavoriamo sia io che mio marito e abbiamo due figli, un maschio di 16 anni ed una femmina di 22 anni di età. Cosa bisogna fare per percepire sia l’assegno unico che le detrazioni per i figli a carico? Secondo me dovrei avere diritto a tutte e due le prestazioni, naturalmente una per il figlio minorenne e l’altra per il figlio maggiorenne.”
Cosa fare con l’assegno unico quando un figlio diventa maggiorenne
I due quesiti prima citati sono soltanto dei tipici esempi di dubbi e incertezze che l’assegno unico ha provocato nelle famiglie beneficiare di prestazioni a sostegno della genitorialità.
Blocco dell’assegno fino ad adempimento completato
Questa è una delle cose che portano l’assegno unico per il figlio diventato maggiorenne a bloccarsi a partire dal mese successivo a quello del compimento dei 18 anni di età. Bisogna comunicare all’Inps che il figlio di 18 anni continua ad essere a carico della famiglia perché studente, alle prese con percorsi di formazione professionalizzante o disoccupato. Inoltre bisogna scegliere la modalità di erogazione dell’assegno unico proprio per quel figlio di 18 anni. Quindi bisogna optare per la continuità di erogazione su conto corrente dei genitori oppure per il passaggio dell’assegno unico direttamente sul conto corrente o su una carta prepagata del figlio maggiorenne. Una situazione facile da risolvere anche perché come è evidente, per quanti hanno fatto tutto da soli, la domanda di assegno unico è differenziata da figlia a figlio e bisogna intervenire sulla domanda del figlio interessato al cambiamento.
Detrazioni e assegno unico insieme? In alcuni casi è possibile
L’assegno unico è una misura che riguarda i figli fino a 21 anni di età non compiuti. Una famiglia che ha solo figli fino a questa età infatti, non ha più diritto alle detrazioni sui figli a carico in busta paga e non ha diritto nemmeno agli assegni per il nucleo familiare, nemmeno per quelli relativi al coniuge eventualmente a carico. Ma se per l’assegno familiare fin tanto che è presente un figlio under 21 nel nucleo familiare, nulla si può fare e beneficio che non è fruibile, per le detrazioni la storia cambia. Infatti con l’assegno unico sono venute meno le detrazioni per i figli a carico, ma non per tutti i figli. Perché se sono presenti figli di età superiore a 20 anni, le detrazioni sono ancora spettanti.
O in busta paga o nelle dichiarazioni dei redditi
Quindi, assegno unico fino a 21 anni di età non compiuti e poi possibilità per le famiglie di chiedere le detrazioni fiscali. E modalità di richiesta che sono sempre le stesse, cioè in busta paga al datore di lavoro o nel modello 730 e quindi a conguaglio l’anno successivo. Naturalmente bisogna fare attenzione alle soglie reddituali dal momento che un figlio risulta a carico del genitore solo se ha un reddito entro i 2.841 euro annui o fini a 4.000 euro annui se ha meno di 24 anni di età.